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Trento. Assegni di cura: aumentano gli importi e il numero di beneficiari


Le novità principali, che domani saranno all'attenzione della Giunta provinciale, riguardano l'aumento degli importi e del livello massimo dell'Icef, che consente ad un numero più ampio di persone di percepire l'assegno. Le nuove disposizioni si applicheranno a partire dal 1° luglio 2013.

14 GIU - Soddisfazione è stata espressa oggi dall'assessore alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi, per il via libera della IV Commissione permanente del Consiglio provinciale alle nuove disposizioni per l'assegno di cura, misura che integra l'indennità di accompagnamento. Le nuove disposizioni, frutto del lavoro di concertazione con i sindacati, si applicheranno alle domande che verranno presentate a partire dal 1° luglio 2013 e per gli attuali beneficiari si ridetermineranno in automatico gli importi dell’assegno di cura dal mese di luglio 2013.
Vediamo nel dettaglio cosa cambia. Le novità principali, che sono il risultato di un confronto con le parti sociali e i destinatari dell'assegno, riguardano i seguenti aspetti:
aumento sia nella misura minima che massima degli importi dell’assegno di cura:

- aumento a 0,32 (da 0,28) del limite superiore dell’indicatore Icef;

- aumento a 5.400,00 (era 2.000,00) della deduzione per coloro che hanno 65 anni o più;

- introduzione di alcuni correttivi nell'accertamento della condizione di non autosufficienza e del fabbisogno assistenziale;

- semplificazione della procedura per i casi rientranti nel primo livello di gravità;

- non è più incompatibile il congedo biennale retribuito al 100%, ma determina la sospensione dell’assegno nel periodo di fruizione.


"L'assegno di cura è entrato in vigore nel novembre del 2012 - ha commentato l'assessore alla Salute e Politiche Sociali, Ugo Rossi - con la finalità di garantire la permanenza delle persone non autosufficienti nel proprio domicilio, riducendo il più possibile la loro istituzionalizzazione e garantendo una reale presa in carico attraverso la predisposizione di un Piano personalizzato di assistenza. In sostanza abbiamo cercato di puntare l'attenzione sui bisogni delle persone non autosufficienti e sul sostegno alle famiglie che si occupano della loro cura. L'assegno deve essere visto come un segmento di una rete assistenziale integrata, dove tutti i soggetti del sistema socio-sanitario intervengono. L'obiettivo - ha proseguito l'assessore Rossi - è anche quello di favorire la crescita di un 'mercato' dell'assistenza socio-sanitaria: capillare, regolare sotto il profilo contrattuale e fiscale, nonché personalizzato e di qualità; un mercato professionale in grado di integrarsi con l’indispensabile assistenza fornita dalla famiglia. Non può esistere, infatti, assistenza al domicilio senza una rete, spontanea ed informale, di assistenza; al tempo stesso, la complessità delle problematiche delle persone non autosufficienti rende indispensabile anche l’apporto di risorse professionalmente esperte".

L'assessore ha inoltre precisato: "La rilevante entità delle risorse finanziarie pubbliche che sono state messe in campo, nonostante la crisi economica in atto, e gli effetti sui servizi socio-sanitari pubblici esistenti hanno reso necessario intervenire con una certa gradualità nella messa a regime di questa riforma. Per questo, dopo un primo periodo di avvio dell'intervento, abbiamo introdotto alcuni correttivi che domani saranno presentati alla Giunta per l’approvazione definitiva".


INFORMAZIONI SULL'ASSEGNO DI CURA

Cos'è. L’assegno di cura, che integra l'indennità di accompagnamento, è una somma in denaro che viene erogata per favorire la permanenza delle persone non autosufficienti nel proprio domicilio.


Beneficiari. Devono possedere i seguenti requisiti:

- Residenza continuativa in Trentino da almeno 3 anni; nel caso di minore il requisito della residenza deve essere posseduto dal minore stesso oppure da uno dei due genitori.

- Riconoscimento dello stato di invalidità civile e del diritto a beneficiare dell’indennità di accompagnamento o in possesso di analoghe prestazioni per l'assistenza continuativa. Chi non beneficia dell’indennità di accompagnamento può presentare domanda contemporaneamente per l’indennità di accompagnamento e per l’assegno di cura. L’eventuale diniego alla concessione dell’indennità di accompagnamento vale anche quale diniego alla concessione dell’assegno di cura.

- Valore Icef pari o inferiore a 0,32.

- Condizione di non autosufficienza accertata dall’UVM del Distretto sanitario competente per territorio integrata dal medico legale o avente funzione di medicina legale e attribuzione di uno dei quattro livelli di gravità previsti.

 
Domande. Vanno presentate ad un Patronato oppure agli Sportelli di assistenza e informazione al pubblico della Provincia autonoma di Trento. Questi uffici provvedono a calcolare l’indicatore Icef, a verificare la presenza di tutti i requisiti previsti e a trasmettere direttamente la domanda e il valore Icef al distretto sanitario di residenza dell’interessato che convocherà l’interessato a visita.

La domanda per l’assegno di cura può essere presentata in qualsiasi momento e la decorrenza dell’assegno di cura è dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda.

Valore. L'assegno di cura dipende dal grado di non autosufficienza della persona (vi sono quattro livelli di gravità) e dal requisito di condizione economica (Icef) e può variare come previsto dalle nuove disposizioni fra l'importo minimo di 100 euro e quello massimo di 1.100 euro mensili.

Modalità di utilizzo. Sono legate obbligatoriamente all’assistenza alla persona non autosufficiente. L’assegno di cura può essere speso nei seguenti modi:

- Per contribuire a sostenere le spese per un assistente familiare (cd. badante).

- Per l’acquisto di servizi assistenziali presso soggetti accreditati.

- Per compensare l’assistenza prestata da un familiare – coniuge, convivente, parenti fino al 3° grado, affini di 1° e 2° grado – alla persona non autosufficiente. In questo caso saranno formalizzati gli interventi assistenziali e la frequenza dell’impegno della persona che presta l’assistenza. Nel caso di religiosi ospitati presso le loro comunità l’assistenza erogata da altri religiosi si considera come analoga alla prestazione erogata dai familiari.

- Per contribuire a pagare la compartecipazione ai servizi assistenziali pubblici.
 

14 giugno 2013
© Riproduzione riservata

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