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Abruzzo. Al San Salvatore di L'Aquila 25 pazienti su 100 da altre regioni


Il punto di forza della struttura è Allergologia: una visita per un test si effettua dopo una settimana, mentre nelle regioni limitrofe l’attesa arriva anche fino a tre. E' anche l'unica struttura che effettua 'strisci congiuntivali': si tratta di un tampone non invasivo per raccogliere e analizzare le lacrime.

13 GIU - Una visita per un test sull’allergia a l’Aquila si effettua dopo una settimana, mentre nelle regioni limitrofe l’attesa arriva anche fino a tre. I tempi ridotti sono uno dei principali punti di forza dell’Unità operativa di Allergologia del San Salvatore, diretta dal dr. Carlo Di Stanislao, che attira una rilevante fetta di utenti da altre regioni: 25 su 100 vengono da Lazio, Marche e Campania.
 
Come volume complessivo di attività Allergologia effettua oltre 2.100 prestazioni annue, di cui 1.200 visite e 900 test per prove allergiche, quindi su prescrizione dello specialista. Anche gli accertamenti per reazioni ai farmaci, rispetto ad altre realtà, si fanno rapidamente: 15 giorni anziché i molti mesi di attesa (fino a un anno) in altre regioni.

Il San Salvatore è anche l’unica struttura in Abruzzo che effettua ‘strisci congiuntivali’: un tampone non invasivo, garantiscono i medici, che serve a raccogliere lacrime per verificare la natura del problema. Al San Salvatore si eseguono 200 test l’anno di cui 50 su pazienti residenti in altre Asl abruzzesi.

Il 30% dei giovani d’età tra 16 e 25 anni, secondo dati mondiali di allergologia, soffre di dermatiti dovute a contatto col nichel (metallo) in misura uguale per maschi e femmine. Le conseguenze sono lesioni cutanee con eritema e vescicole pruriginose che, se trascurate, causano desquamazioni della pelle e gonfiori. La patologia interessa in particolare i giovani (come detto: tra 16 e 25 anni) che utilizzano articoli di bigiotteria come orecchini, piercing, collane bracciali, monete.

Al servizio allergologia di L’Aquila, allo scopo di trovare un rimedio di maggiore efficacia e dagli effetti più duraturi rispetto alle consuete cure, si sta attuando da due anni una sperimentazione – ovviamente sulla base di previsti protocolli nazionali - per valutare l’efficacia di una terapia orale al nichel, con un trattamento simile ad un “vaccino” orale. Una cura che prevede l’impiego di dosi inizialmente crescenti e poi costanti di solfato di nichel, contenute in capsule. I risultati della sperimentazione saranno noti, secondo i tempi stabiliti dalla normativa, entro i prossimi 3 anni. 

13 giugno 2013
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