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Toscana. La valutazione del Mes: migliorato oltre il 65% degli indicatori in sanità


Lo studio realizzato dal laboratorio '‘Management e Sanità’ della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa evidenzia che la mortalità per tumori si è ridotta del 2% quella determinata da malattie cardiocircolatorie del 3%. Per il servizio di valutazione nel 2013 la Regione ha investito1.266.000 euro.

17 MAG - Sono migliorati su oltre il 65% degli indicatori i risultati presi in esame dal MeS, il laboratorio ‘Management e Sanità’ della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che ogni anno per conto della Regione valuta le performance delle aziende sanitarie toscane. Si è ridotta la mortalità per tumori e quella per malattie cardiocircolatorie, è diminuito il ricorso inappropriato all’ospedale, è aumentata l’efficacia della sanità d’iniziativa, continua a calare la spesa farmaceutica. Sono solo alcune delle voci che indicano le buone performance delle aziende sanitarie toscane.

“Complessivamente i dati migliorano – sottolinea l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni – La Regione, per valutare la capacità delle aziende di perseguire gli indirizzi del piano strategico, ha attivato fin dal 2004 il sistema di valutazione della performance, mediante il quale ha potuto orientare e governare il sistema, al fine di garantire al cittadino valore e qualità dei servizi rispetto alle risorse utilizzate”. Grazie ai risultati presi sistematicamente in esame nell’ambito del sistema di valutazione, nell’ultimo anno si è registrato un miglioramento su oltre il 65% degli indicatori. “E’ un lavoro ancora in itinere – precisa l’assessore – I dati sono stati presentati nel corso di una riunione di lavoro con le direzioni generali, il 9 maggio scorso. Ma il lavoro di verifica continua e i risultati definitivi ci saranno a luglio”. 

Il MeS svolge per la Regione Toscana un lavoro molto esteso, non solo di valutazione, ma anche di formazione, per il quale la Regione ha corrisposto al MeS, per il 2013, la cifra di 1.266.000 euro: valutazione del sistema sanitario toscano; supporto allo sviluppo delle comunità professionali, misurazione di risultato e diffusione di best practices del sistema sanitario toscano; progetti specifici di ricerca per il sistema sanitario toscano; attività di formazione manageriale per il sistema sanitario toscano; osservatorio politiche di sviluppo regionale e di welfare per la Presidenza della Regione Toscana. E valuta anche le performance di un network di Regioni costituito da Toscana, Umbria, Liguria, Marche, Basilicata, Veneto, Province Autonome di Trento e di Bolzano.

Nel lavoro del MeS ono stati aggiornati i dati relativi allo stato di salute della popolazione, che si riferiscono al biennio 2008-2010: la mortalità per tumori si è ridotta nel biennio 2008-2010 (rispetto al biennio 2007-2009) del 2%, quella determinata da malattie cardiocircolatorie è diminuita del 3,7% ed il tasso di anni di vita potenzialmente persi si è ridotto del 10%. Si registra invece un leggero peggioramento del 2% sulla mortalità nel primo anno di vita, anche se la performance media toscana è tra le migliori a livello nazionale. Qualità ed equità sono stati gli obiettivi guida della sanità toscana, guardando anche alla sostenibilità finanziaria del sistema. Significativi passi avanti si evidenziano nel livello e nell’appropriatezza dei servizi, oltre ad un potenziamento dell’offerta territoriale. 
I risultati del 2012 evidenziano un rinnovato impegno da parte di tutte le aziende sanitarie a ridurre l’uso inappropriato della costosa risorsa dell’ospedale, sempre più da utilizzare solo per patologie acute. Il tasso di ospedalizzazione è sceso da 139 a 134 per 1.000 abitanti, facendo registrare un calo del 3,4%; i dati mostrano complessivamente una ulteriore riduzione della degenza media nel 2012 pari a 0,4% (da 6,67 a 6,65 giornate), così come una riduzione delle giornate di degenza preoperatoria per interventi chirurgici programmati (da 0,72 a 0,69).

La costante attenzione verso il miglioramento dei processi organizzativi si traduce in un aumento dell’appropriatezza organizzativa: diminuiscono ancora i DRG medici dimessi da reparti chirurgici, passando dal 13% all’11,6%; la percentuale di colecistectomie laparoscopiche effettuate in day-surgery e in ricovero ordinario da 0-1 giorno aumenta di più del 10% (da 58,8% a 65,1%); l’ utilizzo del setting assistenziale più appropriato emerge dal raggiungimento degli standard relativi agli interventi da effettuare in day surgery indicati dal Patto per la salute 2010-2012: la percentuale di standard raggiunti passa dal 74,7 al 78%, con un aumento del 4,3%. La maggiore efficienza ospedaliera non ha determinato una riduzione della qualità dei servizi di ricovero, anzi si registra un netto miglioramento negli indicatori specifici: le fratture di femore operate entro due giorni, ad esempio, sono passate da 60% a 71%.

Sul versante territoriale, la “sanità d’iniziativa”, particolarmente orientata ad un approccio proattivo e preventivo nella presa in carico dei pazienti cronici fin dalle prime fasi sul territorio, ha preso avvio e conferma i suoi incoraggianti risultati. Fa parte della sanità d’iniziativa anche il progetto Afa, ‘Attività fisica adattata, che prevede l’attivazione di percorsi di attività fisica per persone con oltre 65 anni affette da patologie croniche. I risultati sono lusinghieri: i corsi Afa ad alta disabilità sono passati da 1,76 a 2,46 per 15.000 abitanti (+38%) e quelli a bassa disabilità da 1,38 a 1,53 per 1000 abitanti (+10%).
L’ospedalizzazione evitabile per diabete si è ridotta del 13% (passa da 20 a 17 per 100.000 abitanti), quella per scompenso passa da 194 a 179 per 100.000 abitanti (-8%). Si rileva infine che la spesa farmaceutica territoriale continua a ridursi (da 212 a 195 euro pro capite), con una diminuzione del 7%.
 

17 maggio 2013
© Riproduzione riservata

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