“Il modello sociosanitario veneto continuerà a vivere con nove Ulss e con l’istituzione dell’Azienda zero – sottolinea l’assessore - Il confronto tra maggioranza e opposizione in materia di programmazione dei servizi sociali ha consentito di conservare e valorizzare la caratteristica specifica del nostro modello di cura che prevede la territorialità dei servizi sociali e la partecipazione diretta dei sindaci alla programmazione. Le attuali conferenze dei sindaci continueranno ad esercitare la loro funzione di programmare la dotazione e l’organizzazione dei servizi sociali nel territorio, in collaborazione con l’azienda sanitaria di competenza e i medici di medicina generale, nel rispetto delle caratteristiche e delle esigenze delle diverse comunità locali”.
“Con i risparmi portati dalla riorganizzazione e razionalizzazione delle Ulss – prosegue l’assessore – ci saranno più risorse anche per i servizi territoriali per infanzia, adolescenza, famiglia, consultori, disabilità, non autosufficienza, e sarà più facile armonizzare e omogeneizzare servizi, prestazioni e costi, promuovendo i modelli organizzativi e le esperienze socio-sanitarie più efficaci”.
20 ottobre 2016
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