Covid. Indagini a Bari su falsi positivi. D’Ambrosio Lettieri, “Lodevole attività investigativa, ma escludo farmacie compiacenti”
L’ipotesi è che i falsi tamponi positivi servissero a ottenere il super green pass attraverso l’attestato di guarigione invece che con il vaccino. Il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bari e Bat evidenzia: “Per l’esecuzione dei tamponi antigenici il farmacista deve acquisire la tessera sanitaria dell’interessato, ma non c’è l’obbligo di accertamento della identità. Non è escluso che le persone si siano rechino in farmacia con tessere sanitarie di altri”.
25 GEN - Falsi tamponi positivi effettuati in farmacia per certificare la positività ed ottenere il super green pass evitando il vaccino. È l'ipotesi investigativa della Procura di Bari che, secondo quanto riportato dall’Ansa, ha aperto un'indagine conoscitiva, al momento senza indagati e senza ipotesi di reato, sulla base di alcune segnalazioni diffuse anche via social.
Sulla vicenda è intervenuto il presidente dell'Ordine dei Farmacisti Bari e Bat,
Luigi d'Ambrosio Lettieri, che ha espresso apprezzamento per la “lodevole attività investigativa delle autorità competenti di polizia giudiziaria impegnate a smascherare gli autori di atti criminali” ma esclude che siano coinvolte “farmacie ‘compiacenti’". “In base alle vigenti disposizioni, infatti - spiega d’Ambrosio Lettieri - oggi le farmacie eseguono il tampone antigenico acquisendo solo la tessera sanitaria del richiedente”.
"La vigente disciplina - argomenta in dettaglio il presidente dell’Ordine dei Farmacisti Bari e Bat - non esclude che un soggetto positivo al Covid-19 si rechi in farmacia o in un laboratorio autorizzato e si sottoponga alla esecuzione del tampone esibendo illecitamente la tessera sanitaria di persone già risultate positive. In questo modo viene certificata l'infezione e si ottiene, dopo dieci giorni e tampone positivo, un green pass da guarigione, evitando così la vaccinazione”.
“Per evitare ogni forma di illecito e abuso - prosegue d’Ambrosio Lettieri - occorrerebbero, a nostro avviso, due sole misure: l’introduzione immediata dell’obbligo di accertamento dell’identità del soggetto che si sottopone al tampone e l’introduzione di aggravanti che consentano di irrogare sanzioni più severe a carico di irresponsabili mascalzoni che mettono a rischio la salute pubblica”.
25 gennaio 2022
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