14 ottobre -
Gentile Direttore,le dichiarazioni del Direttore Generale degli Ospedali Riuniti di Foggia dott. Pasqualone nell’ambito dell’intervista resa lo scorso venerdì 11 ottobre nel corso del programma Far West di RAI 3, condotto dal giornalista Salvo Sottile, laddove Pasqualone si è lasciato andare a parole a dir poco sconcertanti sull’aggressione al personale sanitario avvenuta a Foggia il 4 settembre, hanno provocato una bufera.
In realtà a noi pare che in tutto il servizio non solo Pasqualone, ma anche diversi altri ospiti invitati ad intervenire sull’argomento siano scivolati molto malamente sul delicatissimo crinale su cui scorre, nella realtà quotidiana, l’erronea aspettativa popolare in base alla quale – semplificando – una volta affidato alle cure di medici e infermieri, nessun caso clinico, neppure quello più grave e già di per sé a rischio di vita, possa andare incontro a complicanze che purtroppo possono divenire anche mortali, nonostante i progressi scientifici della medicina e l’abnegazione del personale sanitario, che ormai deve svolgere il proprio lavoro in condizioni che ne mettono a rischio costante anche l’incolumità fisica.
Il caso della sfortunata giovane vittima di un gravissimo incidente stradale che grazie alle cure ricevute in Rianimazione a Foggia sembrava, almeno a quanto parrebbe dalle prime ricostruzioni mediatiche dei fatti, avviata ad essere dimessa dall’Ospedale dopo che le era stata salvata la vita prima che avvenisse l’irreparabile, è l’ennesima dimostrazione di quanto sia pericolosa questa irrealistica aspettativa allorquando quando viene addirittura istigata pubblicamente attraverso i media, poiché certe scivolate rischiano di giustificare sempre più, in un immaginario collettivo purtroppo reso sempre più vasto anche da simili trasmissioni, la violenza ai danni di medici e infermieri, che negli ultimi tempi è ormai all’ordine del giorno per qualsiasi percezione o sensazione popolare di inadeguatezza delle cure.
Prova ne sia, di queste pericolosissime scivolate mediatiche, che nel servizio la Giornalista Annalisa Terranova, ospite del Servizio, ha addirittura pronunciato come fosse già una sentenza la parola ‘malasanità’, mentre invece la Giustizia ha immediatamente avviato le indagini del caso, alla conclusione delle quali soltanto ed esclusivamente la Magistratura avrà titolo per pronunciarsi nel merito delle eventuali responsabilità, ammesso e non concesso che nel caso specifico ne venga acclarata la prova, come del resto dev’essere in ogni ambito ed in ogni circostanza.
Ancor peggiore l’eco che le ha fatto l’ex sindacalista ed ex Parlamentare Carla Cantone, disquisendo in tema di responsabilità penale sanitaria nel solco preconcetto di “malasanità”, quando si è spinta senza vergogna a dire “se ti muore una figlia, un padre una madre una sorella ti viene voglia sì di fare un macello … ti viene voglia di strozzarli… (NdR: i Sanitari che li avevano in cura)”.
Non ci stancheremo mai di ricordare a chiunque che, se pur comprensibile, l’aspettativa popolare che qualsiasi malattia o incidente abbia come esito la guarigione, e che debba essere immune da complicanze, è pericolosa per l’intero tessuto sociale del nostro Paese, di cui la fiducia nel nostro SSN è pilastro tanto fondamentale quanto sempre più in demolizione.
Il Presidente Mattarella, proprio ieri 13 ottobre, intervenendo in occasione della 74^ giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, ha affermato “la sicurezza sul lavoro è una priorità permanente della Repubblica … una questione di dignità umana”. Vogliamo credere che l’autorevole richiamo del nostro Presidente valga a maggior ragione, per chi amministra il nostro SSN, a tutela dell’incolumità fisica dei suoi medici e dei suoi infermieri, di cui essi hanno la responsabilità, spingendoli sia ad adottare misure di sicurezza che proteggano il personale sanitario dall’aggressività di certa utenza di cui esso è vittima, anche con iniziative di formazione comunicativa.
Tutto ciò lo sanno bene gli Anestesisti Rianimatori e i Medici dell’Emergenza Urgenza, che l’AAROI-EMAC rappresenta, per i quali una comunicazione chiara, efficace ed empatica è parte essenziale del proprio lavoro quotidiano nelle sale operatorie, nelle rianimazioni, nei pronto soccorso, nell’emergenza extra-ospedaliera, cioè nelle situazioni emergenziali che risultano essere le più critiche sotto l’aspetto comunicativo in ambito sanitario, nel quale ambito la nostra Associazione è attiva anche con proprie iniziative formative specifiche per i Colleghi che ne fanno parte.
Altrettanto invece con può dirsi, proprio sul versante comunicativo, per Pasqualone, tant’è vero che in queste ore sta tentando un difficile dietrofront sull’affermazione di cui si è reso responsabile di fronte ad un quesito, che forse lo ha distolto dal fatto in sé, rivoltogli dall’inviato della trasmissione Far West in tema di “comunicazione tra medici, pazienti e familiari”, rispondendo (tra altri scivoloni) “… all’estero se qualcuno protesta che tu non gli hai dato le informazioni … perdi il posto di lavoro” (“ci trattano così i Sanitari” aveva affermato pochi secondi prima), lasciando addirittura sospettare di intendere quali conseguenze, oltre che quelle giudiziarie, il Direttore Generale riterrebbe prefigurabili per i Sanitari accusati foss’anche soltanto di ‘malasanità comunicativa’.
Vien da chiedersi se prima di farle, queste inquietanti affermazioni, Pasqualone si è chiesto se le conseguenze che esse paiono prefigurare possano riguardarlo anche in prima persona, considerato che una cattiva informazione è forse peggiore di una informazione mancata o carente, e dato che soprattutto negli ambiti sanitari in generale la comunicazione ‘gestionale’ non è meno importante di quella professionale. Nel caso, siamo disponibili, facendo un’eccezione, a riservargli un posto da discente ai nostri corsi formativi, disegnandone magari uno su misura, in generale, anche per certe ‘Direzioni Strategiche’ dei nostri Ospedali.
Dr Alessandro VergalloPresidente Nazionale AAROI-EMAC