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Trento. Ospedali di montagna, Zeni: “Non possiamo omologarci alle realtà urbane, ma neanche restare fermi”

Per i punti nascita tre sono, secondo Zeni, i fattori di cui tenere conto: “Al primo posto la sicurezza; al secondo posto non si può prescindere dagli aspetti economici, perché vanno tenuti in considerazione sostenibilità e appropriatezza; al terzo posto vi è il tema sociale, ovvero le percezioni della comunità”.

09 GEN - “Siamo un territorio di montagna, con una conformazione geografica precisa, fatta di tante piccole comunità; è necessario non omologarsi alle realtà urbane perché le dinamiche sono diverse, ma al contempo siamo consci di non poter stare fermi, sono cambiate le distanze e le esigenze, abbiamo avviato ad esempio un percorso di ridisegno dell'architettura istituzionale che sta sfociando in molte fusioni di comuni”. Così ha esordito l’assessore alla salute e politiche sociali, Luca Zeni, in un incontro organizzato ieri dai senatori Leana Pignedoli e Franco Panizza, in tema di ospedali periferici e punti nascita e alla presenza del dirigente del Dipartimento Salute e Solidarietà sociale, Silvio Fedrigotti e del direttore generale dell’Azienda sanitaria, Luciano Flor.

“L’incontro è stato occasione per l’assessore alla salute di presentare il sistema sanitario trentino, una rete fatta di sette ospedali, dove vi è un centro hub, Trento, e un altro ospedale intermedio, Rovereto, e altri cinque ospedali di primo livello. In tema di punti nascita, Luca Zeni ha spiegato che “tre sono i fattori che stiamo cercando di adottare; al primo posto la sicurezza, e per questo abbiamo avviato un confronto con Roma che tenga conto del contesto di alta qualità del Trentino; al secondo posto non si può prescindere dagli aspetti economici, perché vanno tenuti in considerazione sostenibilità e appropriatezza; al terzo posto vi è il tema sociale, ovvero le percezioni della comunità. La politica deve saper mediare e trovare il giusto punto di equilibrio fra questi tre fattori”.

La delegazione, fra i quali vi era anche il sindaco di Castelnovo ne' Monti, comune capo comprensorio Enrico Bini, ha quindi portato la situazione nell’Appennino Reggiano, dove l’ospedale di Sant’Anna di Castelnovo serve un territorio più ampio ma numericamente più ristretto e fa riferimento al Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Al termine dell’incontro l’assessore Zeni ha assicurato che terrà aggiornato i rappresentanti dell’Appennino Reggiano, in merito alle proposte sui punti nascita, in fase di elaborazione, che verranno presentate nelle prossime settimane al Governo.

09 gennaio 2016
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