Asl Vc. Al Sant’Andrea un worskhop dedicato alla presa in carico del paziente fragile
Appuntamento il 9 ottobre. I partecipanti sul confronteranno sul modello messo in ca,po dalla Asl di Vercelli. La Dg Serpieri: “La sfida è quella di mettere a fuoco problematiche diverse” dove “anche la predittività può risultare essenziale; è un orientamento che abbiamo costruito e che desideriamo porre sempre più a sistema, con una impostazione che tiene conto dell’importanza della tempestività e quindi dell’essere proattivi”.
21 SET - Lunedì 9 Ottobre, dalle 9 alle 17, nell’aula magna dell’Ospedale Sant’Andrea di Vercelli si terrà un workshop dedicato a “La presa in carico del paziente fragile: metodologie e progetti”. Un tema attuale e il cui sviluppo fa parte integrante della strategia aziendale dell’Asl di Vercelli.
Una occasione, quella del 9 Ottobre, durante la quale i partecipanti al convegno - che è anche accreditato ecm per i professionisti del settore – avranno l’opportunità di approfondire le modalità con cui tale modello di assistenza possa essere declinato tra ospedale e territorio.
Diversi gli aspetti che verranno presi in esame: dai percorsi dedicati al paziente considerato “fragile” agli inquadramenti normativi attuali, anche alla luce di quanto previsto nei livelli essenziali di assistenza, fino al modello adottato dall’Asl VC.
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Gli interventi dei colleghi che saranno presenti – evidenzia il responsabile del corso dott.
Paolo Rasmini in una nota della Asl che annuncia l’evento – ci permetteranno di avere un quadro completo sul tema, anche alla luce dei nuovi scenari in cui tale approccio oggi si colloca. L’obiettivo dell’incontro è quello di presentare e condividere il progetto “paziente fragile, pietra miliare di un complesso percorso organizzativo dell’Asl di Vercelli per la presa in carico precoce e per quanto possibile proattiva e predittiva dei pazienti fragili”.
Nel corso della giornata verranno messe in luce le attività principali su cui l’Azienda sta puntando per sviluppare una tipologia di assistenza efficace e sostenibile. Un approccio alla cura - sostenuto su più fronti a livello regionale e nazionale - basato sulla consapevolezza che occorra studiare soluzioni in grado di sostenere le conseguenze che possono derivare dalla cronicità o da patologie che alimentano la fragilità.
“La sfida – sottolinea il direttore generale Chiara Serpieri – è quella di mettere a fuoco problematiche diverse: dalla fragilità biologica a quella sociale, per definire un’assistenza costruita su misura, con percorsi personalizzati che tengano conto di più variabili. Perché anche la predittività può risultare essenziale; è un orientamento che abbiamo costruito e che desideriamo porre sempre più a sistema, con una impostazione che tiene conto dell’importanza della tempestività e quindi dell’essere proattivi”.
21 settembre 2017
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