Azienda Zero. Audizioni in commissione Salute. Per i sindacati “le priorità sono altre”
Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno richiamato alla necessità di intervenire sul precariato e sula carenza del personale. Sulla Azienda Zero hanno chiesto che vengano definite bene le funzioni, che si doti di nuovo personale e non di risorse interne, che vengano definite con maggior precisione le relazioni sindacali e che sia garantito il rispetto dei contratti di lavoro. Per la Fials (proporre una innovazione di tale portata nel momento in cui non si riesce a garantire è forse prematuro.
11 GIU - Proseguono in commissione Sanità del Consiglio regionale del Lazio le audizioni sulla proposta di legge che istituisce l’Azienda Zero. Prima tornata con i sindacati. Sono intervenute Cgil, Cisl, Uil e Ugl che, in pratica all’unisono, hanno spiegato che per loro le priorità sono altre, in particolare il precariato dei lavoratori e la carenza del personale, dopo tanti anni di blocco del turn over dovuto al piano di rientro da cui il Lazio è in procinto di uscire. Su Azienda Zero hanno chiesto che vengano definite bene le funzioni della nuova struttura, che si doti di nuovo personale e non di risorse interne, che vengano definite con maggior precisione le relazioni sindacali e che sia garantito il rispetto dei contratti di lavoro.
Nella seconda audizione della giornata sul medesimo tema, hanno preso la parola nell’ordine i rappresentanti di Aiop, Sicel e Fials. Come riporta una nota dell’ufficio stampa del Consiglio Regionale, secondo l’Aiop, che rappresenta 120 case di cura accreditate e non del Lazio, il problema principale è quello delle fatture da rimborsare, che attualmente vengono pagate dalla Regione a 60 giorni: “Si auspica che con la nuova organizzazione queste tempistiche non si allunghino, poiché il rischio è quello di non poter garantire la regolarità nel pagamento degli stipendi al personale”, è in sintesi la preoccupazione dell’Aiop.
La Fials ha richiamato l’attenzione sul problema del personale: “Proporre una innovazione di tale portata nel momento in cui non si riesce a garantire l’ordinario (il ricorso al lavoro straordinario riveste importanza fondamentale nella sanità) è forse prematuro,” secondo Fials, secondo cui al momento si vedono solo i costi di questa operazione.
Per Sicel, il progetto si presenta eccessivamente semplicistico: la pl dovrebbe entrare più nello specifico delle singole situazioni e più attenzione va posta sul tema dei controlli.
Il presidente della commissione, Giuseppe Simeone, ha quindi evidenziato che “non dobbiamo creare la diciottesima Asl del Lazio, ma un ente strumentale che deve svolgere funzioni precise, ad esempio sull’edilizia sanitaria, su cui abbiamo grandi difficoltà o i nuovi concorsi”.
Il presidente Simeone, infine, ha risposto positivamente alla richiesta arrivata dalla Cgil di una seduta specifica sulla situazione del personale della sanità, con particolare attenzione al tema della reinternalizzazione dei servizi, sul quale è stato firmato un recente protocollo di intesa fra Regione e sindacati. La data verrà stabilità dopo aver verificato la disponibilità degli assessori compenti in materia.
Nei giorni scorsi, sul tema, era stata ascoltata la posizione della Asl di Viterbo, che ha accolto positivamente la proposta della Giunta. “In particolare – spiega la nota del Consiglio -, la Asl di Viterbo concorda con l’impostazione volta ad alleggerire le Asl dai compiti amministrativi, consentendo di concentrare gli sforzi sul proprio core business che è la programmazione sanitaria. Secondo la direzione generale della Asl di Viterbo, la manutenzione straordinaria del patrimonio immobiliare e l’impiantistica richiedono competenze tecniche specifiche. Quindi, un organo di consulenza che se ne occupi, dedicato agli ambiti normativi non strettamente sanitari, non può che essere salutato con favore, come pure la formazione manageriale specifica che Lazio punto zero dovrebbe promuovere per tutte le aziende della regione”.
Inoltre, la Asl di Viterbo sta valutando l’ipotesi di digitalizzazione dei fascicoli del personale. Secondo il suo parere, avere una struttura comune che se ne occupi aiuterebbe a ridurre i costi e consentirebbe la realizzazione di una banca dati trasparente per tutto il territorio regionale.
11 giugno 2019
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