Gentile direttore,
in questa ormai rituale discussione sulla sanità italiana che il Governo Meloni vorrebbe ben finanziata e il resto del mondo a ragione considera sottofinanziata, in una cosa il Governo la dice giusta: le risorse vanno usate meglio. E’ quello che ieri sera dalla Gruber ha ripetuto ossessivamente Mario Sechi, che di questo Governo è uno dei più forti sostenitori, citando i tagli nel finanziamento dei vari governi che hanno preceduto quello Meloni, tagli calcolati a sproposito sulla base delle riduzioni rispetto a una previsione o a una promessa fatta e non rispetto all’effettivo finanziamento dell’anno precedente, come ricordato anche qui su QS da Vincenzo Mapelli.
Della possibilità di usare meglio le risorse nessuno lo sa meglio del Governo Meloni, visto che la sua Regione di punta, le Marche, della cattiva allocazione delle risorse stanno facendo ampio sfoggio dal momento dell’insediamento della nuova Giunta di centrodestra nel 2020. Il nuovo Governo regionale ha esordito con la scelta di fare un costoso e fallimentare screening di massa per il Covid con cui vennero buttati milioni di euro per test non usati e comunque non affidabili. Poi la nuova Giunta ha provveduto a fare marcia indietro rispetto a tre progetti di nuovi ospedali che avrebbero integrato strutturalmente tre coppie di ospedali con DEA di primo livello distanti pochi chilometri tra loro. Ne è derivato un programma di edilizia ospedaliera totalmente contro la norma e cioè il DM 70 del 2015 (almeno tre DEA in più). Poi la scia delle allocazioni sballate è proseguita con la moltiplicazione delle Aziende con il “superamento” dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale trasformata in 5 Aziende Sanitarie Territoriali, una delle quali ha incorporato una Azienda Ospedaliera soppressa. I costi incrementali legati a questa scelta in totale controtendenza rispetto al resto d’Italia dovevano essere recuperati coi nuovi Atti Aziendali che debbono ancora vedere la luce (luce?) dopo quasi due anni dalla istituzione delle nuove Aziende.
Sempre a proposito di risorse allocate male, la Regione Marche ha nel 2023 ha moltiplicato per 5 i milioni spesi per i cosiddetti gettonisti (da 4 a 20), secondo un rilievo della Corte dei Conti delle Marche. Gran parte di questi fondi sono stati utilizzati per tenere in piedi i 15 Pronto Soccorso, troppi come dimostra il fatto che gran parte di loro non raggiunge il numero di accessi previsti per quel tipo di ospedale dal DM 70 (fonte: rilevazioni Agenas). Ma siccome la Giunta di centrodestra non si fa mancare niente, in sede di nuovo Piano Socio Sanitario ha previsto tre Pronto Soccorso in più in altrettanti ospedali di area disagiata più tre quasi-Pronto Soccorso con medici specializzati (che ovviamente non ci sono) del DEA di competenza in altrettanti Ospedali di Comunità. Ma attenzione: questa allocazione delle risorse è dissennata, ma non cieca. A beneficiare di questi “nuovi” Pronto Soccorso o aspiranti tali sono in 5 casi su 6 strutture nei bacini di utenza elettorale dell’Assessore alla Salute Filippo Saltamartini e dell’Assessore ai Lavori Pubblici Francesco Baldelli, che infatti nei loro collegi elettorali hanno fatto 2020 l’en plein di voti e contano di rifarlo nel 2025, anno delle prossime elezioni regionali. Perché ancora le elezioni si vincono sugli ospedali e sulla sanità, come dimostra il fatto che l’attuale Assessore alla Salute ottenne nel 2020 il riconoscimento contro la norma (il DM 70 che nelle Marche in Regione non lo puoi nominare nemmeno) dello status di ospedale di area disagiata per l’ospedale del Comune di cui era al tempo Sindaco portando la neve in Regione (giuro: leggere qui).
Altri esempi di finanza allegra nella sanità delle Marche governata da centrodestra? La riapertura del Punto Nascita di Pesaro (anche di questo ho scritto qui su Qs) che ha portato quell’ospedale a non raggiungere nel 2023 il volume soglia di parti (500) previsto dal Programma Nazionale Esiti e a dover incrementare il ricorso ai pediatri cottimisti. Anche la promessa di dotare tre nuovi ospedali della chirurgia robotica senza alcuna valutazione preliminare di Health Technology Assessment va nella stessa direzione.
Non aggiungo altro per non sfinire chi legge oltre che me stesso con questa mortificante ricostruzione. Ma ci tenevo davvero a prendere questa volta le parti di Mario Sechi. E quando mi ricapita una occasione così?
Claudio Maria Maffei