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Recanati. All'ospedale di Comunità di inaugurati nuova dialisi, nuovi locali poliambulatorio e mammografo

Al via anche agli spazi dell’area “Baby pit stop”, attrezzata per consentire alle mamme di allattare al seno fuori casa. Ceriscioli: “Riforma non per tagliare, ma per investire e avvicinare servizi ai cittadini” I successivi investimenti nella struttura prevedono l’attivazione di un centro assistenza cardiometabolica integrata, l’assistenza residenziale ai pazienti affetti da Alzheimer e demenza e un Hospice.

20 NOV - “Assicurare ai 40 mila abitanti di Recanati e dei comuni limitrofi una struttura sanitaria in grado di dare risposte ai bisogni di salute delle diverse fasce di popolazione, con particolare riguardo alla cronicità. Un progetto che prevede la ristrutturazione del vecchio nosocomio cittadino per adeguarlo alle nuove esigenze assistenziali”. È con questa strategia che la Regione ha inaugurato i nuovi locali dell’Ospedale di Comunità di Recanati, la cui realizzazione ha richiesto una spesa di 1,6 milioni di euro. Ospiteranno la nuova dialisi, il poliambulatorio, il mammografo e l’area “Baby pit stop”, attrezzata per consentire alle mamme di allattare al seno fuori casa.

“Il timore è sempre quello che nelle ristrutturazioni si voglia togliere qualcosa. In realtà abbiamo continuato a investire e a creare spazi di qualità per servizi migliori, come quello della nuova dialisi - ha detto il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, presente alla cerimonia - Il senso del percorso che abbiamo portato avanti non è una riforma per tagliare, ma per realizzare quello che serve alla comunità, per avviare servizi indispensabili anche se non sono di natura ospedaliera. Quelli ospedalieri servono nella fase acuta, ma di salute c’è bisogno tutti i giorni. C’è bisogno di una medicina di territorio. Non servono undici centravanti per fare una buona squadra, ma un gruppo affiatato che ricopra tutti i ruoli in campo. Il ruolo dell’ospedale di comunità è quello di avvicinare la qualità dei servizi alle esigenze delle persone”.

Il direttore dell’Area Vasta 3, Alessandro Maccioni, sintetizza una nota della Regione, ha evidenziato che “a Recanati vediamo oggi il senso della riforma avviata nel 2013 e concretizzata negli ultimi due anni”.

Il sindaco di Recanati, Francesco Fiordomo, ha parlato di una sanità che cambia, “che offre risposte vere e concrete. La concretezza si dimostra con i fatti. La Regione è stata di parola, consentendo alla struttura ospedaliera di riprendere il proprio ruolo per la città, per l’area vasta, per il territorio di riferimento”.

Romano Carancini, sindaco di Macerata, intervenuto alla cerimonia, ha sostenuto che “il compito dei primi cittadini è quello di guardare avanti, guidando la nuova sanità lungo il necessario percorso di riforma”.

 Il consigliere regionale Luca Marconi ha sottolineato che la sanità territoriale, con i suoi servizi di prossimità, è quella più vicina alle esigenze delle famiglie.

Il presidente della IV Commissione consiliare, Fabrizio Volpini, ha parlato di una società in continuo cambiamento, alla quale la sanità deve saper dare le risposte attese.

Recanati, precisa la nota regionale, fa parte della rete regionale degli Ospedali di Comunità. “Per la loro natura territoriale, sono strutture più vicine alle persone, garantendo una degenza di trenta giorni, prolungabile a sessanta in caso di bisogno”. L’ospedale di Recanati dispone attualmente di 30 posti letto per cure intermedie, di cui 20 gestiti da medici dipendenti e 10 da sette medici di medicina generale che hanno aderito a un accordo regionale. La dotazione dovrebbe essere di 40 posti letto, ma sette sono occupati da ospiti della Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) di San Ginesio, inagibile per il sisma.

“I successivi investimenti che verranno fatti nella struttura (a breve, medio e lungo termine) – spiega la Regione - consentiranno di attivare un centro assistenza cardiometabolica integrata, l’assistenza residenziale ai pazienti affetti da Alzheimer e demenza (con 20 nuovi posti letto Rsa che andrebbero a integrare l’attuale rete di servizi distrettuali dedicati), un Hospice (assistenza ai pazienti terminali)”. Sono previsti anche i trasferimenti del servizio di riabilitazione (ora su una palazzina esterna) e del Centro salute mentale, al momento ospitato nei locali della Fondazione Ircer.

20 novembre 2017
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