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Inrca. In 4 anni produzione scientifica cresciuta del 23%. Attivate partnership con oltre 160 centri di ricerca nazionali e internazionali

L’istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani ha presentato alcuni dati sugli ultikmi anni di attività, evidenziando come si siano consolidati il network scientifico e le integrazione con i territori. Presente alla presentazione il Responsabile della Segreteria di presidenza della Regione Marche, Fabio Sturani, che ha parlato del ruolo “imprescindibile” dell’Inrca all’interno del Sistema sanitario regionale.

10 NOV - Rafforzata la proiezione internazionale dell’Inrca, così come l’integrazione dei servizi con altre strutture sanitarie, e la ricerca orientata a promuovere la qualità di vita di anziani e famiglie. Ampliate anche le collaborazioni con l’Univpm e il network ministeriale Italia Longeva, per la promozione di una cultura diffusa dell’invecchiamento in salute. Sono i risultati dell’attività quinquennale 2012-17 del Consiglio di Indirizzo e Verifica (Civ) dell’Inrca (Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani), organo di indirizzo strategico dell’Istituto, presentati alla sede di Ancona alla presenza dei rappresentanti istituzionali del Consiglio uscente che sono Rosa Piccioni per il Ministero della Salute, Franco Dolcini, Andrea Gioacchini, Achille Maccaferro e Antonio Lacetera per la Regione Marche, Lucio Sbano e Nicola Bonaduce, rispettivamente per Calabria e Lombardia, regioni in cui l’Inrca ha sede.

Si è agito in un’ottica di legittimazione delle specificità dell’Inrca – ha spiegato il Presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica Mons. Vinicio Albanesi – a partire dal nuovo ospedale di rete di Ancona sud, dove si è favorito il confronto per un progetto in grado di coniugarsi con le esigenze della ricerca. Un’opportunità, quella della nuova struttura, per ripensare l’intera catena dell’assistenza per la terza età, in un processo che veda una maggior integrazione tra prevenzione, cura e post-acuzie. Curare l’anziano – ha aggiunto - significa assisterlo da vicino quando la malattia è diventata cronica, e prenderlo in carico, in un processo che non lo abbandona mai. Con l’Inrca le Marche hanno l’occasione di candidarsi a riferimento nazionale per la politica sanitaria negli anni a venire, poiché la vecchiaia non è un peso, ma una sfida da vincere insieme a tutte le istituzioni che si occupano di salute”.

L’Italia, è stato ribadito, è al secondo posto per la popolazione più anziana del mondo. Nelle Marche, è stato ricordato, gli over 65 hanno superato il 25% e l’allungamento della vita determina nuovi bisogni nella domanda di assistenza.  

“Il valore di un moderno network di cura ed assistenza, sempre più inserito nel sistema della rete ospedaliera della Regione Marche e delle altre regioni – ha ricordato il Direttore generale Gianni Genga - sta anche nella capacità di essere punto di riferimento e di integrarsi con tutta la rete dei servizi territoriali, tanto più per le attività rivolte alle persone ‘fragili’. Con la Regione Lombardia è stato definito l’accordo per il trasferimento della pneumologia di Casatenovo (Lc) al ‘Mandic’ di Merate, così come nelle Marche sono in fase di sviluppo gli accordi d’integrazione con l’Area Vasta 2 per l’ospedale di rete di Osimo, oltre che con l’Azienda Ospedali Riuniti di Torrette per la collaborazione nella chirurgia vascolare, geriatria e oculistica”. “Nel fermano – ha aggiunto – grazie ad uno dei primi partenariati in ambito regionale, stiamo lavorando con l’Area Vasta 4 al trasferimento della geriatria al ‘Murri’”.

La Direttrice scientifica Fabrizia Lattanzio ha poi illustrato la valenza dell’Inrca sul panorama europeo. “In coerenza con le linee di indirizzo - ha ricordato – ci è stato affidato il coordinamento nazionale della rete degli Istituti a Carattere Scientifico (Irccs) per la ricerca sull’invecchiamento”, con l’obiettivo di proporre modelli assistenziali personalizzati e soluzioni di supporto alla famiglia, nel rispetto della dignità della persona e della qualità dell’assistenza. “Sono state attivate partnership con più di 160 centri di ricerca nazionali e internazionali, che hanno consentito di reperire fondi europei in progetti a tutto campo, dagli studi sui meccanismi biologici dell’invecchiamento e delle patologie età-correlate, all’analisi dei bisogni delle persone fragili, allo sviluppo di programmi di prevenzione della disabilità nella terza età, fino alle nuove tecnologie per la promozione di sani stili di vita come app e social network. In un contesto altamente competitivo e di risorse economiche limitate, lavorare in rete ha consentito di migliorare anche la produttività scientifica”, cresciuta del 23% negli ultimi quattro anni, con 437 pubblicazioni solo nel 2016.

In rappresentanza della Regione Marche è intervenuto Fabio Sturani, responsabile della Segreteria di presidenza, che ha parlato del ruolo “imprescindibile” dell’Inrca all’interno del Sistema sanitario marchigiano. Tra gli obiettivi strategici su cui lavorare per il futuro, quello di “perseguire la sfida inedita dell’integrazione con l’ospedale di Osimo, in cui l’Inrca ha un ruolo centrale, a partire dalla definizione di spazi e strutture, e il rafforzamento della mission di ricerca, anche tramite il network con Comune e Regione”.

Sul tema l’Assessore ai servizi sociali del Comune di Ancona Emma Capogrossi ha ricordato i recenti progetti la promozione del benessere tra gli over 65 in collaborazione con l’Inrca, come il giardinaggio civico nei parchi cittadini, attivato nell’ambito della Rete Città sane Oms di cui Ancona fa parte. Rosa Maria Piccioni, rappresentante Civ per il Minsitero della Salute ha ipotizzato per il futuro, per un istituto multisede come l’Inrca, una revisione legislativa che imponga una sinergia tra le regioni, mentre Franco Dolcini ha ricordato l’impulso dato dal Civ alla trasparenza e condivisione degli obiettivi, con la pubblicazione di due edizioni del bilancio sociale.

10 novembre 2017
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