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Lombardia. Maroni: “La riforma dovrà ridurre i costi e migliorare il servizio”. E sulla manovra: “I tagli alla sanità sono iniqui”

Risparmiare oltre 300 mln da reinvestire nel sistema, ridurre le poltrone, dimezzare le Asl e creare l'assessorato unico al welfare. Questi i cardini della riforma sanitaria, illustrata dal governatore nell'ambito di un convegno organizzato dal settimanale Tempi. Quanto alla manovra: "Il principio dei costi standard non è stato applicato, se lo si fosse fatto, si sarebbe premiata la capacità di fare meglio, spendendo meno"

08 LUG - Diminuire i costi per arrivare, a regime, a un risparmio complessivo di oltre 300 milioni euro da reinvestire nel sistema; ridurre le poltrone; dimezzare le Asl; rafforzare il ruolo degli ospedali e creare l'Assessorato unico al welfare. Mantenendo, ovviamente, la libertà di scelta del cittadino. Sono questi i cardini della Riforma sanitaria, illustrata dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni nell'ambito di un convegno organizzato dal settimanale Tempi.

Riferendosi alla fusione dell'Assessorato alla Salute con quello alla Famiglia e Solidarietà sociale, Maroni ha spiegato che "l'integrazione è fondamentale, perché dobbiamo dare un servizio migliore ai cittadini, tenendo conto dell'invecchiamento della popolazione, che richiede minori cure dentro l'ospedale e più cure fuori dall'ospedale, perché aumentano le cronicità a causa dell'invecchiamento della popolazione".

Rispondendo invece a una domanda circa le osservazioni delle opposizioni sulla Riforma, il presidente ha detto di averle lette e che le affronterà nel dettaglio con i tecnici, ma alcune "sono già comprese nella riforma, altre sono squilibrate o sbagliate, altre ancora interessanti".

"Aldilà delle polemica politica - ha concluso - mi interessano proposte che abbiano un contenuto e la riduzione dei costi con un miglioramento del servizio come obiettivi".

Il presidente Maroni ha anche confermato che il 14 luglio inizierà la discussione in Aula, che verrà poi sospesa per l'Assestamento di bilancio, per poi riprendere a fine luglio.
 
Quanto alla manovra: "Abbiamo detto 'no' ai tagli, perché sono iniqui, non si premiano le Regioni virtuose che governano bene. Daremo a ospedali, aziende compiti precisi e valorizzeremo quelli che si comporteranno meglio, puntando sulle best practice". Ha risposto così il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni al direttore del settimanale Tempi, che gli chiedeva come mai Lombardia, Veneto e Liguria abbiano detto 'no' all'accordo col Governo sui tagli alla sanità.

"Il principio dei costi standard - ha spiegato il presidente - non è stato applicato, se lo si fosse fatto, ed è anche previsto dalla Legge, si sarebbe premiato il merito e l'impegno e la capacita' di fare meglio, spendendo meno". Maroni ha anche ricordato come questo principio venne applicato l'anno scorso, a luglio, (e l'accordo venne sottoscritto), quando "il Governo, applicando costi standard, non solo non tagliava nulla alla Lombardia, ma le assegnava 500 milioni in più". A dicembre, invece, è arrivata la doccia fredda, che, non solo non ha dato alla Lombardia i 500 milioni di euro promessi, ma ne ha tolti altri 200. Da qui dunque la nostra protesta, perché il modo per ridurre i costi é combattere gli sprechi, non costringere le Regioni virtuose a fare i miracoli".

"Le altre Regioni - ha concluso - hanno detto di sì, perché loro ne hanno beneficiato. Il Governo taglia su principi di ingiustizia, non di competitività. Noi vogliamo la competizione. Sono pronto ad adottare qualunque altro modello, se costa meno e funziona meglio, ma dico 'no' a tagli lineari". 

08 luglio 2015
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