È ora che si affacci una nuova generazione di professionisti
di Calogero Spada
31 MAG -
Gentile Direttore,
alla impeccabilità accademica delle nostre stesse analisi, così come nel caso della recente disamina del
collega Alemanno, corrisponde una profonda ipocrisia dei comportamenti professionali effettivi tenuti dai professionisti, specialmente in radiologia e soprattutto in determinate aree operative, quali la radiologia di corsia (e conseguentemente quella domiciliare) e la senologia.
Se «cosa ancora non si è fatto rispetto a quanto prescritto dal decreto è ben noto agli addetti ai lavori», allora sussiste una correità di fatto esercitata dai TSRM che eseguano, contrariamente a quanto prescritto nella medesima norma di legge invocata (ed è tanto ordinaria quanto triste prassi), esami clinici in assenza di una formale e tracciabile giustificazione del medico radiologo, ove il “trade-off” della frustrazione per un mancato riconoscimento di avanzamento culturale ed intellettuale – perché in vero i TSRM potrebbero benissimo gestire in proprio la competenza della giustificazione degli esami radiologici, ed anche in differenti modalità – veicoli le azioni professionali dei laureati non medici, che pur di non sottostare ad un “penitenziale” obbligo normativo, compiono l’arrogante atto di ignorare – a rischio e pericolo loro e dei pazienti, ciò che dovrebbe ampiamente essere nelle loro disponibilità in termini di conoscenze, capacità ed abilità.
«Se la sicurezza è un valore sempre più importante», allora, nel rispetto del dissacrato c.2 dell’art. 32 Cost. bisognerebbe realmente informare i pazienti/utenti affinché l’atto diagnostico e/o terapeutico sia effettivamente un atto per il quale sussista un vero, autentico consenso informato (e giammai – laddove espletato – solo “firmato”, come anche gli infermieri acconsentano assai frequentemente ad agevolare); invece nella stragrande maggioranza dei casi i pazienti ignorano che i loro diritti sono soggetti a violazioni che corrispondono, ad esempio, alla indiscriminata esecuzione di una tomo-sintesi del seno in assenza di una pur minima informativa specifica.
Alla proliferazione delle apparecchiature che usano radiazioni ionizzanti corrisponde una proliferazione degli esami diagnostici radiologici: ciò rappresenta un aspetto che complica notevolmente la valutazione dosimetrica su ogni singola prestazione, laddove sussistano esami già eseguiti o in programmazione, che spesso e volentieri possono essere anche ad alto dosaggio, quali le prestazioni di tac; quindi diventa fondamentale poter scegliere tra prestazioni – così come la norma prevede – al valore di dose «più basso ragionevolmente realizzabile»; scelta che in ultima analisi, anche all’interno delle necessità imposte dai casi clinici, è prerogativa del destinatario dell’atto sanitario.
Invece si persevera nel non informare i pazienti, ad esempio preferendo la esecuzione di un esame che abbia una tariffa superiore (in caso di tomo-sintesi il costo incrementa di 20 € rispetto alla prestazione di mammografia 2d) in luogo di un esame cui corrisponda un livello di sicurezza superiore.
Invece si persevera nella indifferenza alle campagne di propaganda dis-informativa, che liquidano la serissima tematica del rischio radiologico quale questione “ipotetica”, e non – come la teoria scientifica da tempo insegni – come pragmaticamente legata in modo direttamente proporzionale ai livelli di dose di radiazioni erogati; livelli che, nel caso della senologia, costituiscono un aggiuntivo fattore di rischio per la stessa patologia che si intende svelare.
«Uniformare sul territorio nazionale gli obblighi delle aziende sanitarie verso i cittadini ed i lavoratori» significa per i professionisti coinvolti in tali obblighi, assumere anche impegni “Bottom up” o, se si preferisce, “dalla Base verso il Vertice” , differenti rispetto a ciò che “è sempre stato fatto così”; in tale proposito risulta anche sterile una svenevole parodia delle denominazioni elettorali già utilizzate alle Elezioni per il rinnovo del Comitato Centrale e dei Revisori dei Conti della Federazione nazionale Ordini dei TSRM e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.
Similmente, lo sbandieramento di temi quali l’«Indicazione della classe di dose assorbita dai pazienti in seguito all’esame radiologico», il «Manuale di qualità e standard adottati» e la «Formazione specifica per i lavoratori neoassunti» – proprio solo a titolo di medesimo esempio – rischia di essere vanificato in partenza se non supportato da atteggiamenti comportamentali professionali in linea con nota e ritrita normativa.
Il primo “cambio di passo” non può non essere che dei professionisti, prima ancora di quello manageriale, prima ancora di quello ordinistico (sede ove pure grandi colpe sono celate da una apparente aurea cortina di tutele).
Poi una nuova generazione di professionisti tanto consapevoli quanto audaci (ed attenzione che una qualità non escluda l’altra) potranno reclamare a gran voce ogni appartenenza, competenza, diritto, giurisdizione o pertinenza necessari.
Dr. Calogero Spada
Dottore Magistrale
Abilitato alle Funzioni Direttive
Abilitato Direzione e Management AA SS
Specialista TSRM in Neuroradiologia
31 maggio 2021
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