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Un plauso al Generare Figliuolo ma anche qualche perplessità

di Giuseppino Conti e Marcello Bozzi

28 MAG - Gentile Direttore,
l’attenzione alla campagna vaccinazioni Covid-19 e gli approfondimenti riportati quotidianamente dai media ci ha stimolato alcune considerazioni positive e alcune perplessità. Le considerazioni positive riguardano la “svolta” data dal Generale Figliuolo. Poche parole e tanti fatti. Strutturazione di mega centri vaccinali, piattaforme efficaci per la prenotazione, adeguata programmazione e code accettabili.  Poi la comunicazione circa la possibilità di una modifica dei programmi, con il ritorno ai MMG/PLS e alle strutture sanitarie, anche con il coinvolgimento delle farmacie.

C’è una precisa logica nella decisione del Generale Figliuolo in quanto:
- il n. 710 corrisponde alla sommatoria di Distretti Sanitari e Dipartimenti di Prevenzione (in difetto, stante il fatto che nelle ASL “uniche” risulta un solo Dipartimento di Prevenzione, mentre nella realtà l’articolazione è maggiore). Ipotizzando una vaccinazione di 100 persone al giorno, si vaccinano 1.846.000 persone al mese.

- il n. 62.305 corrisponde alla sommatoria di MMG/PLS/MCA. Ipotizzando una vaccinazione (minimale) di 6 persone al giorno, si vaccinano 7.476.600 persone al mese;

- il n. 19.331 corrisponde al n. delle farmacie (dati federfarma) con una media di 1:3.129 abitanti (media UE 1:3.257) con un possibile importante aiuto alla copertura vaccinale.

Ma questi ultimi dati, riferibili ai punti “b” e “c”,  generano importanti riflessioni riguardanti “la forma”  e  “la sostanza”.

Relativamente “alla sostanza” si sono comparati i dati relativi alla  distribuzione territoriale  della popolazione (dei Comuni), i criteri distributivi di MMG/PLS  e la distribuzione territoriale delle farmacie.

Ne scaturisce quanto segue:
- i Comuni con una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti sono 5.509 (su 7.903), rappresentante il 70% del totale, per totale di 9.796.853 persone . Di questi, 4.425 comuni hanno meno di 3.000 abitanti, per un totale di 5.577.682 persone;

- la distribuzione dei MMG/PLS, stante i criteri di assegnazione in essere e la distribuzione parcellizzata territoriale (quasi 2.000 comuni con < di 1.000 abitanti) rende complicato un coinvolgimento attivo degli stessi, tenuto conto di una presenza probabilmente articolata anche su comuni diversi, auspicabilmente territorialmente vicini;

- gli stessi principi valgono per la distribuzione delle farmacie (1:3.129 abitanti).

Sulla base di ciò, oltre all’apprezzamento del lavoro svolto dal Generale Figliuolo, viene naturale proporre non tanto una “inversione di rotta”, quanto un mix di organizzazioni che possano prevedere:

- il mantenimento dei mega-centri vaccinali (magari limitatamente ai festivi e prefestivi) dove i fatti hanno dimostrato il massimo rispetto delle condizioni di sicurezza (persone ed operatori), oltre ad efficacia ed efficienza;

- il mantenimento della possibilità vaccinale negli studi dei MMG/PLS (meglio se riuniti in AFT / UCCP), per un più alto livello di garanzia e sicurezza;

- la programmazione di equipe itineranti nei centri abitati con una popolazione < di 5.000 abitanti (anche in orari serali e nei festivi e pre-festivi, per favorire l’accesso della popolazione (5.509 Comuni), con il coinvolgimento dei MMG/PLS/MCA/USCA e con infermieri del SSN, al di fuori del normale orario istituzionale (su base volontaristica, nel rispetto dei principi definiti dal DL 34/2020, relativamente alle situazioni emergenziali), anche per favorire quella “prossimità” da tutti acclamata;

- accessi nelle sedi scolastiche (53.541 - alla ripresa delle attività didattiche) per la vaccinazione di alunni e studenti (nel rispetto delle decisioni degli Organi competenti) per la vaccinazione di circa 9.000.000 di studenti, di cui circa 250.000 con disabilità  (Fonte: elaborazione dati MIUR - Ufficio Gestione Patrimonio Informativo e Statistica)

Le perplessità riguardano:
- l’accordo tra Conferenza Stato – Regioni / Ministero Salute/Ordini Farmacisti e Federfarma riportante in particolare:

- la possibilità delle vaccinazioni in farmacia (viene posto il dubbio circa le conoscenze e le competenze dei professionisti coinvolti … e non sembra che nel percorso formativo dei farmacisti ci siano contenuti  riguardanti l’ambito vaccinale e l’ambito clinico (discrimine tra vaccino si / vaccino no).  Viene previsto un percorso formativo, supportato da tutor (infermieri) per l’acquisizione delle competenze vaccinali;

- l’assenza di richiami ai requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi degli ambienti, nel rispetto dei manuali autorizzativi regionali (tenuto conto che ogni atto ha un prima, un durante ed un dopo), a tutela e garanzia della popolazione;

- nessuna citazione riguardante le conoscenze e competenze  dei professionisti coinvolti (e tecnologie ed attrezzature) necessarie in caso di emergenza;

- nessun richiamo agli aspetti anamnestici, normalmente riferibili a medici e/o a check list precedentemente definite e condivise, preventive alla vaccinazione;

2. l’accordo tra Conferenza Stato – Regioni / Ministero Salute / OPI riportate in particolare:

- l’arruolamento degli infermieri per la campagna di vaccinazione anti Covid e per il rafforzamento dei servizi domiciliari (assolutamente condivisibile … ma serviva un accordo con la Conferenza Stato Regioni? Pare di ricordare che anche il DL 34/200 prevedeva l’assunzione di 9.600 infermieri per il potenziamento dei servizi territoriali e definiva anche i criteri per la remunerazione di prestazioni  per far fronte ad esigenze straordinarie. Certamente non paragonabile al sistema “cottimistico” di lontana memoria, oggi riproposto;

- parliamo di un’attività che rientra nel percorso formativo degli infermieri e che gli stessi hanno sempre svolto;

- il principio nobile è l’attenzione alle fragilità / disabilità / cronicità, da prendere in carico e vaccinare a livello domiciliare … ma non si comprende l’anamnesi del medico (o la condivisione di una check list), probabilmente per un più alto livello di garanzia e sicurezza, ma poteva essere scritto meglio, ad evitare possibili confusioni ed errate interpretazioni.

In conclusione:
1. Potrebbe necessitare un ulteriore accordo tra Ordine dei Farmacisti e Ordine degli Infermieri per la garanzia di una presenza qualificata (Infermiere) all’interno delle farmacie?

2. Potrebbe essere l’occasione per normare qualcosa di cui si era già parlato anni fa?

3. Potrebbe essere il caso di pensare a coinvolgimenti tecnici per discutere preventivamente delle possibili problematiche?

Giuseppino Conti
Presidente OPI Ancona

Marcello Bozzi
Segretario ANDPROSAN – associata COSMED


28 maggio 2021
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