L’esperienza di Melegnano e della Martesana nella gestione rafforzata ed extra ospedaliera
di Angelo Cordone
26 MAR -
Gentile Direttore,
in questo momento di diffuso confronto sul ruolo della medicina territoriale e di quella ospedaliera nella gestione dei pazienti affetti da Covid-19, ritengo utile condividere con Lei e con la platea dei suoi lettori l’esperienza della ASST di Melegnano e della Martesana nella gestione rafforzata ed extra - ospedaliera.
Sarà, auspico, un elemento positivo ad alimentare il confronto volto al miglioramento continuo dei processi di assistenza e cura.
Sono attivi dal mese di novembre ed hanno permesso non solo di intercettare prima i pazienti Covid sintomatici ma di diminuire la pressione sul Pronto Soccorso: sono i due Centri Territoriali Covid della ASST Melegnano e della Martesana fortemente voluti dalla Direzione Generale Strategica dell’Ospedale insieme a Regione Lombardia. Un centro è stato aperto a San Giuliano Milanese, il secondo a Gorgonzola.
Ogni giorno vengono visitate una media di 15 persone per hotspot con un lavoro di presa in carico efficace, garantendo diagnosi accurate, cure a assistenza specifica alle persone che non necessitano di un ricovero ospedaliero. I Centri territoriali Covid rappresentano un punto di riferimento strategico per la sanità territoriale. Per ogni Hotspot, entrambi coordinati dalla dott.ssa Renata Ghelardi, ci sono due medici e un infermiere con il compito di prendersi carico del paziente sospetto positivo o positivo in collaborazione con il suo medico di base.
In meno di 45 minuti al paziente viene garantita una visita internistica completa con tampone rapido o molecolare, saturazione, esami del sangue e eco-torace. Sono inoltre previsti accertamenti radiologici su percorsi dedicati. Per i pazienti in condizioni più delicate, si apre la strada del ricovero in ospedale attraverso un ulteriore passaggio protetto in Pronto Soccorso (circa il 3 per cento del totale dei pazienti visitati). Per gli altri c’è l’assistenza domiciliare con telemonitoraggio. In questo caso possono entrare in gioco le USCA (Unità speciali di Continuità Assistenziale). Il Ctc può infatti avvalersi di due medici USCA che ATS ha messo a disposizione per questa attività.
Ad oggi sono state oltre 1200 le persone visitate nelle due strutture che si aggiungono agli oltre 2 mila e 900 pazienti seguiti dalla centrale servizi interna alla ASST dall’inizio della pandemia. Noi quindi seguiamo già a domicilio i dimessi da PS e da reparto attraverso la nostra centrale interna che li prende in carico e tiene contatti col MMG fino alla negativizzazione del paziente avvalendosi di consulenze specialistiche interne della ASST. Ora puntiamo ad utilizzare, con questa modalità e in accordo coi Medici di base, anche il Centro Territoriale Covid.
L’obiettivo primario è quello di diminuire la pressione sui nostri Pronto Soccorso ospedalieri e dare impulso a quella presa in carico territoriale che tanto può significare nella lotta al virus. A dare man forte è arrivata anche una nuova unità mobile donata dalla azienda Moncler; è fornita di doppia strumentazione di ultima generazione: ecografo portatile, ecg con monitor e molto altro.
Con la possibilità di visitare direttamente il paziente a domicilio inviando i dati e le immagini agli specialisti in ospedale o presenti nel Ctc per una diagnosi rapida e precisa. E il successivo monitoraggio costante da casa. Ad ogni paziente viene inoltre consegnato un nuovo saturimetro grazie alla generosità delle Avis del Sud Milano che hanno donato nei mesi scorsi quasi 300 apparecchi per la misurazione a casa dell’ossigeno.
Dott. Angelo Cordone
Direttore generale ASST Melegnano e della Martesana
26 marzo 2021
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