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Dirigenza tecnici sanitari e riabilitazione. Quanta confusione in Lombardia

di Gianni Melotti

23 MAG - Gentile direttore,
a parte di alcuni Laureati quinquennali delle aree Tecnico sanitarie e di Riabilitazione sorgono le prime considerazioni critiche sulla complessità applicativa della mozione n°142/11 che impegna  la Regione Lombardia a dare piena attuazione alla legge 251/00, sui Servizi e le Dirigenze di area, superando la fase transitoria dei contestati Sitra o Servizi ominicomprensivi, ad unica dirigenza.

Questa, che tra l’altro compie il suo primo compleanno il 17 maggio, prevede che, nelle linee guida per la redazione dei piani di organizzazione aziendale delle Aziende Sanitarie, possano essere previsti Servizi e Dirigenze di area infermieristico-ostetrica, di riabilitazione-tecnico sanitaria e di prevenzione.
Un passo nella giusta direzione è stato poi fatto incardinandola nella DGR n. 2633 del 6/12/2011 sulla “Determinazioni in ordine alla gestione del Servizio Socio Sanitario Regionale per l'esercizio 2012, ma evidentemente non basta.
Si avverte, infatti, la necessità di un ulteriore elemento di chiarezza. Questo è il momento giusto perchè si sta predisponendo la nuova delibera sui Piani di Organizzazione Aziendale. Ragion per cui  Regione Lombardia dovrebbe completare quanto ha fatto informando le Aziende sanitarie che, per Sitra, si intendono solo quei Servizi con più di una Dirigenza, ovviamente di diversa area, al loro interno.

In caso contrario dovrebbero essere più correttamente definiti per quello che sono e cioè Servizi Infermieristici/ostetrici; o Riabilitativi; o Tecnico sanitari; o di Prevenzione. Chiarendo, nel contempo, che l'emanazione del decreto sulla normativa concorsuale, previsto dell'articolo 6 della 251/00, per assumere i Dirigenti di area, ha completato il quadro  e non permette più soluzioni diverse, se non concorsi specifici per singole aree e non “concorsi omnibus” ai quali si può accedere con una qualunque delle 4 Lauree quinquennali delle professioni sanitarie.
Quello però che viene maggiormente criticato è l’eccessiva farraginosità della norma che allo stato attuale, per essere applicata, deve trovare il comune accordo tra l’Assessore regionale alla sanità, il Direttore generale alla sanità ed il Direttore generale dell’Ospedale, dell’ ASL o dell’IRCCS. Queste tre figure, infatti, devono ritenere che sia effettiva la necessità della presenza di unità operative professionali di area in una specifica azienda.
Il dubbio è che, viste le premesse, per le Aziende possa essere più semplice continuare con le logiche inconcludenti dei SITRA che, curiosamente, scontentano pure gli infermieri che li dirigono nella quasi totalità dei casi.
 
A questo punto una domanda sorge spontanea anche a me: queste regole, così cogenti, valgono solo per le Dirigenze di area o si applicano anche ai nuovi Dirigenti all’interno dei vari Sitra? Infatti ci sono nuovi Dirigenti nominati anche dopo l’entrata in vigore della delibera citata sopra. La cosa avviene regolarmente nelle aziende sanitarie dove ancora si attribuiscono generiche Dirigenze  delle Professioni Sanitarie senza specificarne l'area, continuando ad implementare il numero delle posizioni apicali, della stessa area, nei Sitra.  Mi ripeto: “ Anche per queste copertura valgono le restrizione sopra esposte o, le stesse, valgono solo per noi?”.
 
Spero da parte di Regione Lombardia ci possa essere una risposta, anche solo per chiarire le cose sia ai Laureati magistrali delle aree diverse da quella infermieristica, ad oggi ancora al palo, grazie all’inconcludenza degli organi preposti, che ai Presidenti dei Collegi dei Tecnici Sanitari di Radiologia medica che mi hanno espresso le loro perplessità sulla materia. Perplessità che ho cercato di esporre al suo Giornale.

Gianni Melotti  
Fisioterapista

 

23 maggio 2012
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