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Covid: assurdo che non sia stato coinvolto alcun medico veterinario

di Aldo Grasselli

03 NOV - Gentile Direttore,
prendendo spunto dalla lettera relativa al mancato coinvolgimento dei medici veterinari nella lotta alla Pandemia Covid-19 firmata da numerosi esponenti della società civile che lei ha pubblicato le chiedo di rendere pubblica questa nota.
 
Lo diciamo da tempo, e lo abbiamo fatto presente in modo ufficiale con la lettera che allego, è strano che nella gestione di una pandemia che è una zoonosi, come quella determinata dal Sars-CoV-2, non sia stato coinvolto neppure un esperto di malattie infettive degli animali, gli animali da cui questa infezione proviene.
 
I medici veterinari delle nostre ASL in realtà, già dalle prime fasi della pandemia, sono stati impiegati nel contact tracing e nelle attività di gestione delle criticità dei Dipartimenti di Prevenzione compensando i sovraccarichi lavorativi dei medici igienisti, ma assicurando costantemente la sorveglianza sugli allevamenti (non è un caso che i servizi veterinari pubblici abbiano già rintracciato alcune positività al Sars-CoV-2 in alcuni allevamenti di visoni informandone l’Organizzazione mondiale della sanità animale) e la sicurezza degli alimenti di origine animale mettendo in sicurezza anche un settore basilare dell’economia nazionale.
I veterinari dei dieci Istituiti Zooprofilattici Sperimentali nazionali hanno processato centinaia di migliaia di tamponi umani per la rilevazione di Sars-CoV-2, raddoppiando la capacità diagnostica degli ospedali.
 
Nel contempo le Facoltà di Medicina Veterinaria hanno sviluppato ricerche e modelli operativi sia in capo diagnostico e terapeutico, sia sul piano delle azioni di sanità pubblica per mitigare l’infezione.
 
I medici veterinari sono fondamentali per mantenere sani i nostri animali da compagnia, i nostri allevamenti e la nostra fauna selvatica, e devono essere messi in condizione di affrontare le malattie infettive e contagiose degli animali allevati che incombono sul nostro Paese (Peste suina africana, Afta epizootica, Influenza aviare, ecc.) anche quando non colpiscono la nostra salute perché sono estremamente dannose per la nostra economia di filiera.
 
Tutto questo rientra nello spirito di servizio che connota la nostra categoria, una categoria silenziosa dotata di molta esperienza nel campo della epidemiosorveglianza e delle misure di sanità pubblica, che senza alcuna presunzione crede fermamente nel concetto e nella metodologia One World - One Health - One Medicine.
 
Se oggi una cordata di personalità chiede con una lettera aperta di coinvolgere la medicina veterinaria italiana nella lotta alla pandemia Covid-19 vuol dire che questi principi di coesione professionale e integrazione scientifica non sono stati assorbiti da altre componenti professionali e istituzionali della sanità pubblica che, evidentemente, si ritengono autosufficienti.
Ringraziamo le personalità che hanno voluto riconoscerci pubblicamente un ruolo significativo.
Se e quando il nostro Paese ha bisogno di noi, noi siamo sempre onorati di servirlo.
 
Aldo Grasselli
Segretario Nazionale Sivemp

03 novembre 2020
© Riproduzione riservata

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