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Cure palliative e gli importanti auspici di Mattarella e del Papa

di Marco Ceresa 

03 DIC - Gentile direttore
è fondamentale l’attenzione alle Cure Palliative (CP) giunta sia da parte di Papa Francesco (“Si tratta di accompagnare la vita al suo termine naturale attraverso uno sviluppo più ampio delle cure palliative”), che del Presidente della Repubblica On. Sergio Mattarella.

Il Presidente ha assicurato che trametterà “a chi di competenza … perché si solleciti ulteriormente una spinta vigorosa per fare avanzare le cure palliative”. Ed ancora, che per le CP vi è “esigenza che entrino in maniera compiuta nel quadro delle prestazioni mediche che vanno assicurate”.

In effetti le cure della sofferenza non solo non sono ubiquitariamente diffuse per carenze locali, ma anche per vulnus normativi. Infatti, nonostante siano un LEA dal 2017 (art 38 ecc), le CP risultano spesso assenti nei nosocomi, essendo invariato il cogente DM 70/2015 “regolamento degli standard ospedalieri”, che le esclude dal novero delle discipline ospedaliere.

Anche il recente DL 29/2024 in art 32, pur ribadendo come principio la necessità di CP nosocomiali, di per sé non declina regolamenti in grado di ottenerle. Infatti rimanda solo ai dettami del DM 77/2022 che pur essendo relativo agli Standard Territoriali (e non ospedalieri), cerca di imporre alle CP del territorio l’incombenza di occuparsi degli ospedali, cosa che non pare essere sufficiente.

Infatti il DM 77 al cap 12 stabilisce per il territorio come “Standard: - 1 Unità di Cure Palliative Domiciliari (UCP – DOM) ogni 100.000 abitanti; - Hospice: 8/10 posti letto ogni 100.000 abitanti” risultando assenti definizioni di standard ospedalieri ed ambulatoriali. Quindi, stante l’assenza di CP nosocomiali, richiede di estendere il compito di quelle territoriali: "La rete nell’ambito delle risorse umane disponibili … agisce, pertanto, sul territorio di riferimento assicurando l’erogazione dell’assistenza: nell’ambito di strutture di degenza ospedaliera attraverso équipe di cure palliative della rete che erogano consulenza … “

Già il termine “nell’ambito delle risorse disponibili”, va poco d’accordo con il successivo “assicurando”, infatti essendo le risorse spesso non sufficienti per le esigenze del territorio, ancor meno lo saranno per gli ospedali. In essi il controllo del soffrire dovrebbe essere assolto tempestivamente, necessitando di personale dedicato per consulenze urgenti, per monitoraggio ambulatoriale e per ricovero di sofferenti (temi in parte anche della Mozione Trizzino nel 2021 approvata da tutti i parlamentari).

Eppure già dal 2001 “si auspica che le singole aziende si adoperino affinché vengano costituite … strutture specialistiche di terapia del dolore e cure palliative (pag 24 GU 149 29.06.2001) era scritto nelle norme per l'Ospedale Senza Dolore di Umberto Veronesi (che nel 2015 firmerà l’appello citato dalla Mozione Vargiu per le CP in tutti i setting di cura).

Ora, se si vogliono garantire le cure della sofferenza in ospedale, non servono ulteriori norme con attestazioni di principio e buoni propositi, ma è necessario stabilire “chi fa cosa”, avendo il coraggio di inserirle negli Standard Ospedalieri in maniera adeguata, con revisione del DM 70/2015. Si ricorda che l’effettiva presenza di CP ospedaliere riduce in primis la sofferenza dei malati, ma anche i costi, per minori ricoveri ed accessi inappropriati in PS per algie.

In Commissione Affari Sociali vi è una ennesima risoluzione volta ad impegnare il Governo ad attuare adeguamenti che si sperano pragmatici, con regolamenti che stabiliscano davvero la presenza minima delle Cure della Sofferenza negli ospedali, con sinergia di servizi fra CP e Terapia del Dolore e considerando le necessità di ampliare l’offerta formativa.

Non a caso al recente congresso SICP da un lato si evidenziava la necessità di rendere più precoce la cura dei sofferenti simultaneamente alle cure eziologiche (sinergia anche migliorativa dell’outcome clinico, per riduzione del soffrire inutile che erode riserva funzionale), dall’altro si evidenziavano virtuose esperienze di CP ospedaliere, ancora rare, cosa che ne faceva emergere certo la non standardizzazione, evidentemente necessaria come ben sa chi opera sul campo.

D'altronde la stessa esigenza di CP precoci richiede la presenza di CP ospedaliere essendo quello il luogo in cui inizia la cura delle gravi malattie. La presenza del nodo ospedaliero è fondamentale per una rete dinamica che abbracci tutte le realtà territoriali (difficile senza tutti i nodi pensare addirittura ad accreditare le reti).

Si auspica dunque finalmente, viste le importanti ed autorevoli sollecitazioni, giunte in particolare dal Pontefice e dal Presidente della Repubblica, che l’attività legislativa necessaria possa concentrarsi sulle tematiche pragmatiche, ricordando che il controllo della sofferenza riguarda davvero ogni essere umano, in molti momenti della vita e non solo alla sua fine e dovrebbe essere garantito in tutti i luoghi di cura con standard minimi definiti.

Marco Ceresa
Medico

03 dicembre 2024
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