Bonus covid. Cosa non ha funzionato nelle Marche
di Alessandra Moraca
08 OTT -
Gentile Direttore,
parlando oggi di premialità COVID da distribuire ai dirigenti medici della regione Marche, come stabilito dal DGR n°663 del 03.06.2020, constatiamo che allo stato attuale nelle diverse aziende sono state finalmente concordate le modalità di ripartizione delle risorse assegnate dalla regione, ma deve essere tenuto in considerazione il fatto che solo meno di un terzo delle stesse era destinato specificatamente alla premialità degli operatori sanitari, mentre la parte più corposa era finalizzata al mero riconoscimento degli orari effettuati in più dai singoli operatori (straordinari, attività aggiuntive), quindi per situazioni già previste dal contratto.
Vista l’esiguità delle cifre messe a disposizione, la grande difficoltà affrontata nella negoziazione è stata quella di poter garantire che gli emolumenti concordati potessero essere realmente premianti per chi aveva messo a rischio la propria vita, anche a fronte di diversità di fondi assegnati alle varie aziende.
Anche questa situazione, che avrebbe dovuto essere gratificante per gli operatori, ha evidenziato ancora una volta le differenze di trattamento dei dirigenti medici tra le varie aziende e tra le aree vaste di questa regione, rendendo pertanto “diversa” anche la premialità COVID (con la possibilità di variazioni anche del 30% tra dirigenti inseriti nella stessa fascia più alta di premialità).
Sicuramente il lavoro che i sindacati si sono trovati a dover fare per poter attuare la ripartizione, sia a livello regionale che aziendale è stato molto articolato e difficoltoso.
Allo stato dell’arte nella Regione sono stati firmati i vari accordi aziendali per la ripartizione, ma per il momento sono stati erogati solo gli straordinari e le attività aggiuntive, di fatto solo l’azienda Marche Nord ha pagato la vera e propria premialità COVID e a quanto sembra non privilegiando il criterio dei rischio biologico visto che in prima fascia risultano ammesse la direzione sanitaria, la fisica sanitaria, il laboratorio analisi e non sono state incluse nella premialità specialità come la cardiologia.
Sarà premura dei sindacati verificare che il riconoscimento economico venga distribuito rapidamente nella maniera più consona ed adeguata per la tutela dei colleghi.
Non possiamo, soprattutto in questa occasione, dimenticare i colleghi medici del 118 “convenzionati” che operano nella nostra Regione, per i quali non è stata prevista nessuna premialità, sebbene abbiano messo a rischio la loro salute ogni giorno per la gestione in emergenza ed il trasporto dei pazienti infetti. Proprio questa sarebbe stata l’occasione per poterli premiare non con somme di denaro, ma riconoscendo la loro professionalità con il passaggio a dirigenza che da tempo richiedono.
L’opinione pubblica deve sapere che questi medici hanno lavorato in assenza di assicurazione per malattia e senza copertura dell’INAIL, quindi coloro che si sono ammalati, e nella nostra regione sono proprio quelli che percentualmente hanno contratto di più il virus, sono rimasti scoperti da ogni tutela della malattia.
È arrivato il momento di poter attuare il tanto auspicato passaggio a dipendenza dei colleghi del 118 convenzionati, e a tal proposito è stato recentemente espressa tale volontà sia da tutte le rappresentanze della dirigenza medica che da parte del Servizio Salute della regione marche, che insieme stanno lavorando affinché si possa attuare questo passaggio a dipendenza, anche nell’ottica di una ampia e necessaria riorganizzazione del sistema emergenza urgenza regionale.
Proprio la questione “premialità Covid” ha nuovamente riproposto la necessità che una regione così piccola come le Marche per quanto riguarda la Sanità debba essere più omogenea e snella dal punto di vista amministrativo e di ripartizione dei fondi, per evitare le solite sperequazioni talvolta davvero eccessive che vanno a ledere inevitabilmente la professionalità di parte della dirigenza medica della Regione Marche.
Dobbiamo constatare che l’entità del premio non è stato realmente proporzionale al rischio corso dagli operatori sanitari, che sono peraltro ancora una volta in allerta per una nuova ondata di casi di infezione ed ancora non hanno beneficiato del piccolo premio promesso. Ma vogliamo anche ricordare che tutti i nostri colleghi avrebbero comunque svolto il proprio lavoro, anche ben oltre il puro dovere contrattuale, non certo mossi da interessi di tipo economico, ma motivati da un profondo spirito etico e solidale che è e deve essere sempre alla base della nostra professione medica.
Alessandra Moraca
Vice Presidente Federazione Veterinari Medici (FVM) Marche
08 ottobre 2020
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