Ministero e Regioni chiariscano la loro posizione sugli infermieri pediatrici
di Filippo Festini
07 MAG -
Gentile direttore,
la Sisip, a nome della quale scrivo, è l’associazione professionale a cui fanno riferimento gli oltre diecimila Infermieri Pediatrici Italiani. La
bozza di accordo Stato-Regione presenta un elemento importante di ambiguità che rende sostanzialmente poco chiaro il disegno complessivo e solleva numerosi dubbi ed interrogativi.
Nella documento si declinano varie aree di competenza specialistica della figura professionale di Infermiere, ovvero di quella figura professionale che fu definita con DM 793 del 1994. In particolare, si definiscono le competenze dell’“Infermiere di Area Pediatrica”.
Tuttavia, come è noto, in Italia esistono da sempre due figure professionali Infermieristiche: quella di Infermiere e quella di Infermiere Pediatrico. Le due figure hanno due distinti profili professionali e due distinti corsi di Laurea. La figura dell’Infermiere Pediatrico è definita dal DM 70 del 1997. Esistono figure distinte di Infermiere Pediatrico con formazione di base (e non con specializzazione post-laurea) in tutte le principali nazioni occidentali, tra cui – per citarne solo una – la Gran Bretagna, ovvero la nazione in cui è nata l'infermieristica moderna.
In Italia l’Infermiere Pediatrico esiste dal 1940. Ci sono circa 11.000 Infermieri Pediatrici in Italia ed ogni anno i 9 corsi di laurea producono circa 180 nuovi infermieri pediatrici, corrispondenti più o meno al fabbisogno del turnover degli Ospedali Pediatrici Italiani.
Perciò è davvero sorprendente leggere un documento così rilevante in cui tale figura è completamente ignorata e in cui sembra emergere un tentativo di “sostituirla” con una non meglio definita figura di “Infermiere di area pediatrica”. Questo fa sorgere molte domande, a cui sarebbe bene che il Ministero e la Conferenza Stato-Regioni dessero urgentemente risposta: si tratta di una distrazione ? C’è forse l’intenzione di abolire la figura professionale dell’Infermiere Pediatrico ? E se sì, da chi parte questa idea ? Su quali valutazioni di convenienza (assistenziale, scientifica, economica ecc.) si basa ? Non pensano, il Ministero e la Conferenza che sarebbe opportuno consultare gli Infermieri Pediatrici sull’argomento ? E quale dovrebbe essere il destino degli 11000 Infermieri Pediatrici, di quelli attualmente occupati, di quelli non ancora occupati e di quelli attualmente in formazione ?
Quando si intraprendono riforme importanti è necessaria la massima chiarezza e la massima condivisione, che su questo aspetto non ci pare che ci siano state.
La Sisip, in modo molto chiaro e netto, ribadisce a nome degli Infermieri Pediatrici la netta contrarietà a qualsiasi ipotesi di abolizione della figura professionale di Infermiere Pediatrico, la cui necessità ed utilità non è mai stata messa in discussione da nessuno degli "stake holders", in particolare i Pediatri stessi che tramite le loro due principali associazioni scientifiche, la Sip e la Acp , hanno più volte sottolineato l'importanza del mantenimento di questa distinta figura professionale con formazione di base propria.
Attendiamo dal Ministero della Salute e dalla Conferenza Stato-Regioni le necessarie risposte alle domande da noi sollevate.
Grato per l’attenzione, invio saluti cordiali
Prof. Dr. Filippo Festini
Presidente della Società Italiana di Scienze Infermieristiche Pediatriche
Professore Associato di Scienze Infermieristiche, Università di Firenze
07 maggio 2012
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