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Infermiere sia “Co-Auto-Re”

di Raffaele Varvara

17 GIU - Gentile direttore,
Lunedi 15 sono andati in scena, contemporaneamente in 30 piazze d’Italia, i flashs mob del Movimento Nazionale Infermieri, nato spontaneamente sui social qualche settimana fa. Grande affluenza di colleghi soprattutto nelle piazze di Roma e Milano.  Le piazze hanno detto che oltre l’istanza dell’uscita dal comparto, urge una rivoluzione culturale, un ammodernamento organizzativo e contrattuale.
 
Siamo riusciti a coagulare e rilanciare l’allarme degli infermieri di “prima linea” sfruttati, sottopagati, demansionati e precarizzati, sulla non sicurezza dell’assistenza che eroghiamo.
 
Congendandoci dalla piazza, con la consapevolezza di aver dato una svolta alla storia della professione, ci siamo salutati con una promessa: “questo è solo l’inizio, il meglio deve ancora venire”.
 
Per non disperdere le energie propulsive delle piazze, si deve pensare a incanalarle in un progetto inedito di rinascimento della professione.
Non è un caso se nel linguaggio attuale sono tornati di moda gli “Stati generali”, (dell’economia, della medicina) per indicare il bisogno radicale di ridiscutere a fondo una disciplina, un modello scientifico.
 
A noi ci attende ridiscutere la nostra formazione, la nostra cultura professionale, il nostro lavoro, il nostro contratto e non possiamo prescindere dalla convocazione degli Stati Generali dell’Infermieristica.
Ordini, formazione, sindacati e dirigenti ed i portavoce di queste piazze insieme attorno a un tavolo per convergere sul futuro ruolo dell’infermiere poiché l’evoluzione epidemiologica, demografica e antropologica in corso, ci richiede un ripensamento ontologico radicale.
 
Da dove cominciare? Innanzitutto da un semplicissimo gioco di immaginazione. Come immaginiamo l’infermiere del futuro rispondente ai complessi bisogni di salute? In piazza capeggiava uno striscione nel quale c’erano 2 parole chiave: “Competenza” e “Responsabilità”. A queste parole possiamo aggiungerne un'altra, altrettanto chiave: “Autonomia”; ecco che anagrammando le sillabe iniziali di COmpetenza, AUTOnomia e REsponsabilità, il risultato è l’acronimo CO-AUTO-RE.
 
Il migliore seguito che possiamo dare alle manifestazioni di piazza è la realizzazione del modello dell’infermiere CO-AUTO-RE: un professionista che con COmpetenze di base e avanzate, governa la COmplessità della cura con un alto grado di AUTOnomia nella gestione dei processi, accettando quote di REsponsabilità crescenti (che abbiamo già) con un’adeguata REtribuzione (che non abbiamo ancora).
 
Se l’infermiere coautore non sarà un semplice tavolo di studi autoreferenziale ma troverà un’applicazione concreta nelle organizzazioni del lavoro, il “pensiero riformatore” avrà presto dato i suoi frutti!
 
Dott. Raffaele Varvara
Infermiere
Fondatore di infermieri in cambiamento
Dottorando presso IASSP – (Istituto di Alti Studi Strategici e Politici)
 


17 giugno 2020
© Riproduzione riservata

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