Se la Toscana “privilegia” le medicine alternative
di Giorgio Tulli
07 GEN -
Gentile Direttore,
in una Regione virtuosa nella Sanità Pubblica, l’omeopatia, senza chiare ragioni, è da tempo inserita all’interno del Servizio Sanitario, insieme a fitoterapia ed agopuntura. Ci sono diversi ambulatori pubblici ai quali si accede senza ricetta del medico pagando un ticket. Gli appuntamenti vengono gestiti dal CUP. Il centro di riferimento regionale per l’omeopatia, è a Lucca dove c’è un ambulatorio di omeopatia ginecologica ed oncologica che ha suscitato la reazione di Walter Ricciardi: “Come si può consentire una cosa del genere in una Regione seria come la Toscana?”.
Ma alla seria Toscana non è bastato rendere pubblica, finanziata con strutture e personale, l’omeopatia, nell’ottobre 2019 ha finanziato con più di 800.000 euro tre progetti dedicati alle cosiddette medicine complementari ed integrate (omeopatia, agopuntura, cannabis terapeutica: progetti Chemocim, Fair Arc e Cannabis).
I centri coinvolti sono il Centro Terapie Complementari di Lucca, Medicina Integrata di Pitigliano, Anestesia di Pisa e ITT. Che evidenza esiste in letteratura che l’omeopatia e le pratiche non convenzionali abbiano qualche effetto sulla Salute?
Nessuna, studi ne sono stati fatti ma nessuno ha mai fornito prove sufficienti a raccomandare l’omeopatia per alcun tipo di disturbo. Nonostante l’assenza di evidenze scientifiche, la Toscana ritiene che gli studi Chemocim (314.400 euro), Fair Arc (254.9009 euro) e Cannabis terapeutica (279.000 euro) meritino un contributo sostanzioso.
A fronte di questa attenzione alle medicine complementari ed integrate, i direttori generali delle tre ASL e delle quattro AOU non ritengono importante riorganizzare le Microbiologie Cliniche, non intendono mettere risorse in questi vitali Laboratori Microbiologici, vitali per la pratica clinica e per la sopravvivenza dei pazienti.
Nonostante l’epidemia di meningite da meningococco C e nonostante la più recente epidemia di Klebsiella Cre-Ndm con tanto di alta percentuale di mortalità per sepsi la delibera di riorganizzazione della Rete delle Microbiologie Cliniche giace nel cassetto dallo scorso settembre(Delibera Rete delle Microbiologie Cliniche e allegato).
Perché? Sembra che i motivi di questo blocco non siano nell’Assessorato alla Sanità, che invece premerebbe per una attivazione della delibera, quanto nei direttori generali delle ASL ed AOU che avrebbero chiesto all’unanimità di soprassedere. Perché?
Non si vuole pensare che una motivazione possa essere quella di non voler chiudere certe inefficaci microbiologie, una motivazione “politica” legata al consenso non dovrebbe mai sovrastare una motivazione di Salute Pubblica.
Non si vuole pensare che una motivazione possa essere quella di un ”niet” proveniente dai dipartimenti di medicina di laboratorio che non intendono cedere sulla autonomia di personale e di budget delle Microbiologie.
Non si vuole pensare che manager pagati per essere tali sfuggano alla loro responsabilità primaria che è quella di tutelare la Salute Pubblica, e la Microbiologia Clinica in termini di prove di efficacia ed efficienza né ha molte di più, nella letteratura scientifica, delle medicine complementari che trovano invece grande attenzione e soldi per la ricerca.
Soldi che nel 2017 furono negati dalla stessa Regione per un antesignano progetto CCM elaborato dall’ARS intitolato:
“Il contrasto all’antibiotico-resistenza attraverso un modello sistemico di integrazione tra stewardship diagnostica e antimicrobica nella gestione del paziente settico”.
Omeopatia sì, contrasto all’antibiotico resistenza no. L’ECDC ha rimproverato la Regione Toscana per l’epidemia tuttora in corso di Klebsiella Cre-Ndm (ECDC Rapid Risk Assessment Giugno 2019).
Forse che questa epidemia, per i suoi risvolti mediatici, non merita soldi per la ricerca ma solo silenzio? Non si vuole pensare che non sia urgente la creazione di nove strutture complesse autonome di Microbiologia aperte 24/24 ore e 7/7giorni.
No, non lo si vuole credere né pensare. Come non si vuole credere al fatto che la delibera già attiva sulla riconversione dei CIO in AID team (delibera Approvazione Linee di indirizzo per un approccio integrato alla prevenzione e contrasto alle infezioni correlate all'assistenza, all'antimicrobico-resistenza e alla sepsi e allegato) non sia ancora operativa su tutto il territorio toscano, forse per mancanza di quelle risorse deviate sulle medicine complementari.
Non si vuole credere che manager responsabili possano accettare, sostenere la presenza dell’omeopatia e delle medicine complementari con finanziamenti, personale, ambulatori e un ospedale dedicato e non si faccia uno sforzo organizzativo anche parziale per creare la rete Toscana delle Microbiologie Cliniche, perno di ogni lotta alla Resistenza agli Antibiotici, alla Sepsi , al Controllo e Sorveglianza delle Infezioni.
Ma cosa sta succedendo a questi manager della Regione Toscana? Stanno forse sottovalutando la Klebsiella NDM, i meningococchi, tutti gli altri batteri MDR e sopravvalutando l’omeopatia?
Non mi rimane che sperare che la delibera sulla riorganizzazione delle Microbiologie veda la luce all’inizio del 2020 e gli AID team si sviluppino a pieno regime in tutto il territorio toscano, perché finalmente ci si è risvegliati da questo incomprensibile sonno della ragione.
Giorgio Tulli
Già Direttore del Dipartimento delle Terapie Intensive e Medicina Perioperatoria dell’Azienda Sanitaria Fiorentina
07 gennaio 2020
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