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Il maxi ordine delle professioni sanitarie e il pastrocchio delle commissioni d’Albo

di Antonio Alemanno

30 SET - Gentile Direttore,
nelle prossime settimane un importante appuntamento attende le diciannove professioni afferenti al maxi-ordine: parliamo della nomina delle Commissioni d’Albo, ovvero di almeno cinque rappresentanti per ogni profilo professionale da eleggere “nel terzo quadrimestre dell’anno” (art. 1, c.2 – DM 15 marzo 2018). Come spiegato dal Dott. Marco Bertolino (leggere qui), le Commissioni d’Albo hanno compiti molto importanti. Pertanto, la loro composizione doveva essere un momento di democrazia partecipata tra i 180 mila professionisti iscritti all’ordine.
 
Invece il Ministero della salute ha emanato con ingiustificato ritardo il relativo decreto sulla composizione delle Commissioni d’Albo, pubblicato solo il 30 luglio scorso.  Si sono così create le condizioni per una forzatura del sistema normativo, a favore delle Associazioni maggiormente rappresentative (AMR) ma a danno della partecipazione degli iscritti. Ne spiego i motivi.
 
Ai sensi dell’art. 5, comma 2, del DM 13 marzo 2018, dal prossimo 19 ottobre i Presidenti degli Ordini non potranno più avvalersi del supporto tecnico-amministrativo dei Rappresentanti delle AMR (RAMR). Pertanto, siccome quasi tutti gli ordini sono impreparati a eleggere le Commissioni d’Albo, il ritardo ministeriale ha costretto la Federazione nazionale TSRM PSTRP ad invitare gli Ordini “a prorogare l’incarico dei RAMR, secondo modalità da definirsi e adottando i necessari atti deliberativi, ovvero rivolgersi direttamente alle AMR”.
 
Anche se questa ipotesi fosse possibile dal punto di vista giuridico, e ne dubito poiché un decreto ministeriale non può essere modificato da una delibera, nella migliore delle ipotesi si sarebbe costretti ad andare ad elezioni senza il tempo necessario per una normale campagna elettorale tra i professionisti.
 
Saltare il confronto tra i candidati alle Commissioni d’Albo non è cosa da poco: ogni ordine ha in media tremila iscritti ed entrate per 200 mila euro l’anno. Quindi, con uno sforzo organizzativo rilevante, si potrebbe dare voce ad un confronto serio e all’elezione consapevole di coloro che rappresenteranno le professioni per i prossimi quattro anni.
 
Purtroppo ho l’impressione che oltre al ritardo del Ministero ci sia anche una certa inerzia della maggior parte dei rappresentanti di ordini e Federazione: molti iscritti non sono stati informati sulla loro possibilità di candidarsi e sulle relative modalità, i mezzi a disposizione dei professionisti (spazi e tempi) sono pochi, le risorse umane a disposizione dei presidenti sono sottodimensionate rispetto ad un’elezione di tale portata.
Eppure, se per fretta o per convinzione, tutto avverrà senza partecipazione attiva, allora sarà un’ulteriore conferma per chi ritiene che l’ordine sia un’altra tassa sul lavoro.
 
 
Antonio Alemanno
Presidente Ordine TSRM PSTRP Foggia

30 settembre 2019
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