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La situazione del nostro Ospedale a Cosenza


15 GIU - Gentile direttore,
mentre il Decreto Calabria targato 5 stelle e considerato come la panacea per tutti i mali della Sanità Calabrese, veleggia tra gli anfratti istituzionali, collezionando una serie di emendamenti  che poco hanno a che fare con la versione originale, il diritto alla salute dei pazienti calabresi ogni giorno che passa viene meno. 
 
Basta  guardare a quello che succede nell’HUB di Cosenza dove con l’arrivo dell’estate e quindi delle ferie, diritto inderogabile per ogni lavoratore, si riacutizzano aggravandosi le ataviche carenze di personale parasanitario e ausiliario di supporto e non solo. Nell’Azienda ospedaliera di Cosenza dove sono attivi 570 posti letto (a fronte dei 720 previsti con delibera regionale), dati alla mano, mancano ben 200 infermieri e 200 Operatori Socio Sanitari di supporto.
 
Stiamo parlando delle carenze di un ospedale HUB che si deve fare carico quotidianamente dell’emergenza di un intera provincia (che  con i suoi 155 comuni è anche la più popolosa tra le province regionali) e di tutto ciò  che non viene garantito dagli ospedali SPOKE, anch’essi in affanno per carenza di personale medico e infermieristico.
 
L’HUB di Cosenza su cui gravitano  tutte le urgenze e tutti i casi clinici complessi della provincia, ha al suo attivo 600 infermieri di cui oltre il 60% con età superiore ai 50 anni e con alcuni che non risultano idonei a svolgere determinate mansioni. Con questi numeri come è possibile garantire  i Livelli essenziali di assistenza, visto che l’ospedale, essendo un HUB ha  anche reparti di terapia intensiva dove per legge c’è bisogno di un infermiere ogni 2 posti letto? 
 
Gli infermieri idonei e in servizio a tempo pieno, nei periodi in cui non ci sono ferie, a malapena riescono a garantire l’assistenza di base, per cui ci chiediamo come sarà possibile garantire un’assistenza di qualità ai pazienti in questi mesi e cosa succederà se non saranno riconfermati, malgrado la nota inviata all’Azienda Ospedaliera dalla Regione Calabria, per mitigare gli effetti del blocco del turn over i 15 infermieri a tempo determinato che sono conteggiati tra quelli  in forza all’azienda?
 
Naturalmente la necessità di proroga sussiste anche per i 17 Operatori Socio Sanitari, che formati sul campo, da tempo stanno contribuendo a garantire con professionalità e dedizione un’assistenza di qualità.

Sicuramente, come già avviene da tempo, si continuerà a non rispettare la legge Europea 161/2014 che prevede il diritto, per i medici e gli infermieri, a  un minimo di 11 ore consecutive di riposo giornaliero e un limite massimo di 48 ore di lavoro settimanale, compreso lo straordinario. E allora, a questo punto ci chiediamo a cosa è servito avere fatto un mega concorso per infermieri e per OOSS se poi non si può assumere? 
 
A che sono serviti tutti i proclami sulla necessità di una misura urgente come il Decreto Calabria se la situazione della Sanità Calabrese ogni giorno che passa è sempre più disastrata? In virtù di quale sortilegio i cittadini calabresi con problemi di salute devono soffrire il doppio e il triplo rispetto agli altri connazionali perché non riescono a ricevere cure adeguate? 
 
E’ solo colpa di un destino cinico e baro se il cittadino calabrese ha perso il diritto alla salute ed è anche costretto a pagare di più per avere le briciole di una sanità pubblica inefficiente? O sono stati tutti gli errori politici e gli anni di commissariamento a far precipitare in questo tunnel la sanità nostrana?
 
Difficile avere risposte univoche.
 
In ogni caso al punto in cui siamo, come Sindacato chiediamo ai Commissari e al Ministro di decidersi nel più breve tempo possibile a sbloccare il turnover: altrimenti finirà che bisognerà accorpare, ridimensionare, se non addirittura cancellare interi reparti a beneficio dell’emigrazione sanitaria che sicuramente giova alle altre regioni e non certo alla Calabria. 
 
Teodora Gagliardi
Segretaria Generale FP CGIL Cosenza

 
Teresa Papalia
Rappresentante Medici CGIL


15 giugno 2019
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