Da uno a due core curriculum per la medicina generale
di Niccolò Del Zanna
15 GIU -
Gentile direttore,
la Medicina generale è una specialità che sembra essere presa di mira di tutte le parti. Da un lato politici e ministeri che mirano a toglierle i fondi per poterli mettere altrove tirando la cinghia ai pazienti un po’ qua ed un po’ là, dall’altro vista come il centro delle sanatorie in cui inserire tutti i colleghi che non hanno la possibilità di ottenere diversamente un contratto a tempo indeterminato (Decreto Calabria docet).
In tutto questo abbiamo una Medicina Generale che vuole riemergere, che vuole evolversi, uscire dallo sgabuzzino della medicina in cui è stata relegata per un ventennio, disciplina ancillare in cui il medico di famiglia è ormai associato a ruolo di scribacchino o burocrate. La Medicina Generale vuole raggiungere la superficie, risalire per dimostrarsi specialità. Ricordiamo come il mancato riconoscimento del titolo come specializzazione sia peculiarità italiana, visto che nel resto del mondo la Medicina Generale è una specialità al pari delle altre.
Da questo desiderio di rinascita e evoluzione è nato il Core Curriculum del Movimento Giotto, che noi, come associazione di giovani medici, abbiamo accolto con calore e partecipazione. Dalla call di qualche mese fa è uscito un lavoro pieno di valore e dalle idee non solo innovative, ma anche in grado di dare alla Medicina di Famiglia quella spinta che la renderebbe protagonista delle Cure Primarie, fulcro sociale, baluardo delle fasce di popolazione vulnerabili che da troppo tempo ha smesso di essere.
Un evoluzione e miglioramento della formazione necessari per poter investire su di essa, cosa che in Italia non avviene, passaggio necessario per poter veramente abbattere, grazie alla disciplina in questione, i costi del Servizio sanitario in quanto la medicina generale, fatta con passione, è l'unico vero strumento in grado di limitare accessi ospedalieri e i ricoveri, veri costi del nostro SSN. Grazie alla diagnostica di base nella medicina generale e la formazione in tal senso dei suddetti colleghi, sarà possibile fare diagnosi ed intraprendere un percorso terapeutico a di fuori dell’accesso ai presidi ospedalieri.
Come associazione di giovani medici, rimaniamo stupiti e delusi scoprendo che, dopo l’esecuzione di un lavoro così brillante, ci siano società scientifiche e altri gruppi che, anziché accogliere a braccia aperte questa novità e partecipare in comunione all’evoluzione della Medicina Generale in Italia, decidono di scrivere un nuovo documento, un Core Curriculum diverso.
Non ci resta che domandarci perché in un momento in cui è evidente la necessità di evoluzione e di apertura della specialità della medicina di famiglia, ancora una volta, ci sia una chiusura da parte di soggetti che avrebbero il potere e la rappresentatività per aiutare i movimenti di cambiamenti dal basso ad emergere, ma che, invece, scelgono consapevolmente di zittirli, impedendo la costruzione di un lavoro ampio e partecipato.
Dott. Niccolò Del Zanna
Portavoce nazione di Chi Si Cura Di Te?
15 giugno 2019
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