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Professioni sanitarie e carriere: è ora di realizzare quanto previsto dal contratto

di Giuseppe Carbone

24 APR - Gentile Direttore,
il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2016-18 per il personale del comparto sanità, ha istituito gli incarichi di funzione per esprimere al meglio e, in modo innovativo, la valorizzazione professionale di tutti quei professionisti che ogni giorno continuano a formarsi e a mettere in campo capacità e competenze avanzate per rispondere ai bisogni assistenziali del cittadino.
 
Innovativo perché, pur considerando le fattispecie di incarichi già presenti, vedi posizioni organizzative e coordinamenti, istituisce, per la prima volta, due tipologie di incarichi professionali: il “professionista specialista” e il “professionista esperto”.
 
La previsione di tali incarichi ha come fine l’adeguamento dell’organizzazione del lavoro ai nuovi modelli organizzativi come quello del primary nursing o del case management e senza nulla togliere alle altre professioni, permette quell’evoluzione che i professionisti sanitari aspettano da decenni.
Sono professionisti che per specificità, mission professionale e numerosità rappresentano la parte preminente del Comparto.
 
Per le professioni sanitarie gli incarichi declinano quelle competenze già riassunte nei loro percorsi formativi e nelle leggi dell’area Sanitaria (vedi 43/2006, 251/2000, profilo professionale…). Si tratta pertanto, di una rilevante questione da non sottovalutare.
 
Come ha scritto Dario Laquintana nella sua lettera su Q.S. del 15.4.2019 - “il sistema degli incarichi di fatto è mutuato dal contratto della dirigenza dove incarichi professionali e di struttura esistono da anni, ma non esiste la classificazione e anche per le professioni è arrivato il momento di utilizzare il sistema degli incarichi, per riconoscere una diversa professionalità”.
Laquintana dice bene quando scrive che gli incarichi professionali devono essere necessariamente “liberati”. Al più presto, aggiungiamo noi.
 
I tempi per il riconoscimento da parte del Miur, dei Master (esistenti già da anni) e per la creazione di percorsi formativi complementari regionali, sono troppo dilatati per poter dare piena attuazione al contratto.
 
Situazione che, come FIALS, abbiamo denunciato nell’incontro con la Conferenza delle Regioni (Q.S. del 13 febbraio 2018).
 
Pertanto, come FIALS non possiamo non condividere l’idea di scrivere che fino alla data del compimento dei corsi universitari di cui all'articolo 16 comma 7 e 8 del CCNL 2018/2020 del 20/5/2018 l'incarico di professionista specialista e di professionista esperto, per il personale del ruolo sanitario e dei profili di collaboratore professionale assistente sociale ed assistente sociale senior, deve necessariamente essere assegnato, in analogia ai requisiti previsti e richiesti, 5 anni di anzianità in D/Ds, per il personale appartenete ai ruoli amministrativo tecnico e professionale.
 
E’ augurabile che questa storica occasione non venga sottovalutata se non trascurata dalle Aziende ed Enti Sanitari che necessariamente devono vincolare, in contrattazione integrativa aziendale, una quota parte delle risorse economiche anche agli incarichi professionali e specialisti come è avvenuto recentemente nell’Asl Città di Torino con destinazione finalizzata di 300 mila euro per il conferimento di incarichi professionali.
 
Come FIALS riteniamo che sia arrivato il momento, dopo troppi anni, di dare piena realizzazione alla carriera professionale degli infermieri e degli altri professionisti sanitari.
 
Giuseppe Carbone
Segretario nazionale Fials

24 aprile 2019
© Riproduzione riservata

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