Speriamo che il morbillo non si comporti come lo spread
di Antonio Panti
21 OTT -
Gentile Direttore,
ho letto la prefazione di Giancarlo Pizza, presidente dell'Ordine dei Medici di Bologna,
a un libro sui vaccini che giudico, non me ne voglia Giancarlo, non proprio opportuna. In un'epoca in cui i risultati della ricerca scientifica sono posti sullo stesso piano di qualsiasi fake news, un presidente di Ordine non può rischiare di porre lo sforzo della sanità pubblica per difendere la salute della collettività nel confuso guazzabuglio della post verità.
Mi ha colpito però Ivan Cavicchi che, con la sua consueta e piacevole fluvialità, nel fare riferimento agli "Stati Generali" organizzati dalla FNOMCeO per 2019, trova, nello scritto di Pizza, motivo per ridefinire l'autonomia professionale del medico, messa in forse dalla legge sull'obbligo vaccinale.
Apprezzo l'abilità del castello argomentativo che però mi sembra riferito ad altra e differente questione, un qui pro quo epistemico. Proviamo a mettere ordine.
1) I fatti sono chiari; laddove si scende a disotto di un certo livello di copertura vaccinale ricompaiono malattie talora mortali o invalidanti. Fatti indiscussi e accertati anche in Italia.
2) In siffatta situazione le autorità sanitarie competenti adottano uno o più provvedimenti di sanità pubblica.
3) Tali provvedimenti possono rivelarsi inidonei o inutili di fronte a fatti ulteriori. Ma questo non è il nostro caso, anzi la casistica morbillosa aggiunge forza al provvedimento.
4) Ovviamente i medici sono tenuti a collaborare alla attuazione di provvedimenti di sanità pubblica legittimamente adottati.
6) Che se ne è detto a Trento? La deontologia ignora che esiste la sanità pubblica?
Prima considerazione: quando il Sindaco chiude una fabbrica inquinante gli operai possono arrabbiarsi. Chi decide se prevalgono le ragioni dell'economia o della sanità? L'autorità legittima, oppure poniamo anche questo caso nel calderone della "medicina amministrata"?
Seconda considerazione. Anni fa in Toscana quintuplicarono i casi e la letalità da meningocco C. La Regione decise di vaccinare circa due milioni di persone nel più breve periodo possibile e, a tal fine, chiese la collaborazione retribuita dei medici. Solo il 40% aderì; allora ero presidente dell'Ordine di Firenze e minacciai procedimento disciplinare avverso i medici che non avessero collaborato alla attuazione di quel provvedimento, scientificamente motivato e conseguente a una situazione di rischio collettivo e di allarme sociale. Il numero dei partecipanti raggiunse subito l'80%. Ho leso l'autonomia professionale?
7) Ripeto che i medici hanno il dovere di accogliere qualsiasi richiesta di chiarimento e rispondere ai cittadini con partecipazione umana e competenza. L'incontro tra medico e paziente riconosce il valore euristico di ogni opinione e la cura è il risultato di una contrattazione o di un compromesso che, però, dovrebbe sempre aver per esito il bene del paziente.
Terza considerazione: altro è il provvedimento autoritativo che protegge la collettività, altro è l'obbligo dei medici di comprendere, accogliere, spiegare, anche avvalendosi della psicologia clinica, utile quando si abbia a che fare con pregiudizi o col celebre confirmation bias.
Cavicchi parla di multimodalità e di incontro di opinioni tra medico e paziente a fondamento di un rinnovato episteme. Sono assolutamente d'accordo ma i provvedimenti dell'autorità sanitaria si collocano in un altro campo e possono essere discussi nel merito ma non perché ledano l'autonomia del medico che, in questi casi, non è chiamata in causa.
L'obbligo vaccinale non ha niente a che vedere con una "medicina inadeguata alle necessità reali del paziente". E' adeguata la medicina che protegge dalle malattie. Sono abbastanza anziano da aver visto casi di poliomielite; se si ripresentassero sarebbe una gravissima sconfitta della medicina e della società.
8) Infine. Sono al governo con una schiacciante maggioranza due partiti che entrambi hanno promesso di rivedere la legge sull'obbligo vaccinale. A mio avviso qui si fermano le ragioni dei medici, fatto salvo il loro diritto a rivendicare la razionalità della scienza. Se la gente così ha deciso col voto si abroghi la legge ponendo fine alla confusione tra fatti e opinioni. Sperando che il morbillo non si comporti come lo spread.
Antonio Panti
21 ottobre 2018
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