Bene puntare sull’HTA ma non concentriamoci solo sull’innovazione
di G. Gensini, G. Gerosa, S. Valente
08 OTT -
Gentile direttore,
la
decisione del Ministro Grillo di utilizzare in modo sistematico l’HTA nelle decisioni in campo sanitario rappresenta certamente un elemento di rilievo nell’organizzazione della Sanità e, come giustamente sottolineato da
Pietro Derrico, un passo importante verso garanzie omogenee di appropriatezza e di adeguatezza delle decisioni.
Vogliamo aggiungere la nostra voce a favore di questa importante valorizzazione dell’HTA per richiamare alla opportunità, o meglio, a nostro avviso, alla necessità, che i professionisti medici che quotidianamente sono impegnati nei processi di cura possano contribuire alla formazione delle valutazioni attraverso la loro specifica competenza clinico-tecnica nei diversi segmenti operativi connessi con l’analisi HTA nei diversi contesti in particolare attraverso l’individuazione degli elementi più adatti per “descrivere” adeguatamente le funzioni da garantire, tenendo anche ben presente che una accorta ed esperta valutazione del clinico rappresenta un insostituibile mezzo per ovviare alle differenze spesso sostanziali fra le casistiche altamente selezionate su cui sono state ottenute le evidenze negli studi clinici randomizzati e i pazienti delle nostre casistiche reali.
Al tempo stesso, non appare opportuno confinare l’analisi HTA alla sola innovazione, pur certamente terreno di particolare utilità. La rianalisi di procedure invalse nell’uso, ma non sostenute da evidenze adeguate di efficacia costituisce uno strumento importante anche nell’attivazione di processi, quali lo “choosing wisely” volti alla eliminazione di procedure non sostenute da sufficienti prove di efficacia.
Di fatto la valutazione di HTA e outcomes nell’ analisi dei dispositivi introdotti appare cogente anche nell’ ottica di uno sviluppo del value based healthcare che possa permettere l’attivazione di procedure di gara che valutino in maniera più compiuta non il semplice dispositivo ma l’intero percorso di cura.
Tale valutazione metterebbe a quel punto in gioco l’intero sistema nell’ erogare la prestazione, controllarne l’efficacia e solo a quel punto giustificarne la spesa.
Plaudiamo quindi alla attenzione operativa all’HTA, augurandoci che la sua applicazione sia finalmente in una fase rapidamente incrementale.
Gianfranco Gensini
OSVA, ALTEMS, Roma
Gino Gerosa
Direttore Cardiochirurgia, Azienda Ospedaliera Padova
Serafina Valente
Direttore Cardiologia Ospedaliera, AOU Senese
08 ottobre 2018
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