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Specializzandi per tappare i buchi? Sala operatoria resta “no-fly-zone”

di Alessandro Vergallo (Aaroi-Emac)

13 GIU - Gentile Direttore,
in questi giorni riemergono con sempre maggior insistenza ipotesi di soluzioni varie per risolvere nell’immediato, a partire da subito, le carenze di personale medico specialista negli ospedali. Tra le tante, quella del Collega Carlo Palermo dell’Anaao. In breve sintesi propone di provvedere “in via eccezionale e limitatamente al periodo di criticità, ai fini di non interrompere l’erogazione dei servizi sanitari stabiliti con i LEA, all’assunzione con un contratto di formazione/lavoro a tempo determinato di medici specializzandi che abbiano superato il tronco comune, in deroga alla legge vigente. O perlomeno ammettere ai concorsi, come già si fece a metà degli anni 90, gli iscritti all’ultimo anno di specializzazione”.
 
Non entriamo qui nei dettagli degli impatti che questa soluzione avrebbe sulle Unità Operative italiane di Anestesia e Rianimazione e di Pronto Soccorso, oltre che sull’intera organizzazione ospedaliera che i medici di questi settori sostengono a garanzia della salute dei pazienti nelle condizioni più gravi e delicate cui gli Ospedali per acuti devono far fronte.
 
Ci limitiamo per il momento a ribadire l’assoluta titolarità sindacale dell’AAROI-EMAC, in quanto sigla di precisa e peculiare connotazione specialistica, di entrare nel merito delle attività cliniche che i medici in formazione specialistica negli ambiti che l’AAROI-EMAC – piaccia o no – sindacalmente rappresenta possono o non possono svolgere ai diversi stadi di quella “autonomia progressiva” che ad oggi è diventata illecitamente una discarica di illiceità.
Finora, nessuno tra i progetti che su questa “autonomia progressiva” hanno basato la soluzione, temporanea o meno, della carenza di personale medico, è stato per noi soddisfacente, a partire dall’ormai lontano “Disegno di Legge Delega ex art. 22 Patto per la Salute” datato 2016, per motivi già sin dall’epoca abbondantemente da noi esposti.
 
Comunque, riconosciamo che le riflessioni di Carlo Palermo sono tutt’altro che peregrine, e siamo disponibili a valutare sia con l’ANAAO sia con le altre sigle sindacali mediche quali possano essere le eventuali possibili nostre condivisioni alle soluzioni che egli ipotizza, ferma restando la nostra contrarietà a sostituzioni di medici specialisti con medici in formazione nelle attività e nelle situazioni in cui è indispensabile il possesso della specializzazione. In ogni caso (potrebbe sembrare lapalissiano, ma è sempre meglio ribadirlo), resta priorità assoluta l’assunzione degli specialisti già disponibili.
 
La sala operatoria, per dirla più chiaramente, per noi resta “no-fly-zone”: pur se potrebbe forse essere ipotizzabile che uno specializzando in chirurgia sostituisca il secondo o il terzo operatore chirurgo, nessuno specializzando può sostituire l’unico medico specialista in anestesia e rianimazione dell’équipe operatoria, il quale – ci scusiamo se è poco – è da solo a doversi occupare di mantenere in vita il paziente sotto i ferri.
 
Naturalmente, per la corretta identificazione di tali attività negli ambiti specialistici che l’AAROI-EMAC rappresenta, potremo confrontarci anche con le Società Scientifiche di riferimento disciplinare, purché regolarmente accreditate ai sensi del DM 02 agosto 2017 “Elenco delle società scientifiche e delle associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie” (G.U. Serie Generale, n. 186 del 10 agosto 2017), nel pieno e completo rispetto dei criteri ivi previsti, sul quale elenco – by the way – al momento in cui scriviamo regna ancora un mistero sospetto, o quantomeno inspiegabile.
 
Quanto ai fabbisogni di medici nei vari settori ospedalieri in generale, ed in particolare in quelli che direttamente ci riguardano, fabbisogni la cui reale consistenza – settore per settore – è alla base di soluzioni improntate a criteri di efficacia clinica ma anche di appropriatezza di spesa, ci stiamo già confrontando, insieme alle altre OO.SS., con il Ministero della Salute, e a tal proposito – dato che la carenza di personale medico nelle Unità Operative di Anestesia e Rianimazione e di Pronto Soccorso continua ad aggravarsi più di tante altre – ribadiamo che non saremo disposti ad accettare criteri di nuovo personale assunto “a pioggia” senza una metodica quantificazione degli effettivi carichi di lavoro.
 
E, sempre a proposito di fabbisogni sia di personale sia di posti nelle varie scuole di specializzazione, non demordiamo dal ricordare che le naturali principali destinazioni formative degli specializzandi (ed in assoluto quelle lavorative degli specialisti) in Medicina e Chirurgia d'Accettazione e d'Urgenza sono i Pronto Soccorso, non altre Unità Operative. Altrimenti non si capisce a che cosa sia servito istituire questa scuola di specializzazione.
 
Alessandro Vergallo
Presidente Nazionale AAROI-EMAC

13 giugno 2018
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