L'intento della Fnomceo è quello di far slittare il Ddl Lorenzin alla prossima legislatura?
di Giansalvo Sciacchitano
13 OTT -
Gentile direttore,
Concordo in pieno con le osservazioni sia dell’
on. Marazziti che dell'
on. Lenzi circa le "generiche accuse" che la Fnomceo muove alla attesissima e non più procastinabile legge sul riordino degli Ordini dei medici. Qualcuno diceva che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
Infatti generiche critiche del tipo "l’introduzione di un primato della politica dei partiti sulle rappresentanze istituzionali della professione" protrebbero avere il preciso obiettivo di far slittare la legge alla prossima legislatura. E' questo che vuole la lobby? Mentre tutti gli Ordini professionali hanno leggi recentissime, l'attuale legge che regola gli Ordine dei medici è vecchia di ben 71 anni. Evidentemente vi è stata una precisa volontà politica a non modificarla. Ricordo che ben tre parlamentari (compreso l'attuale sen. Bianco) sono stati ai vertici della Federazione nazionale.
Difformemente alle recenti leggi che regolano gli altri ordini professionali (la legge relativa agli avvocati è del luglio2017) la legge che riguarda gli Ordini dei medici (233/46) risale a ben 71 addietro. Il non aver sollecitato una nuova legge comporta evidenti vantaggi a chi oggi detiene il potere e vuole mantenerlo. Vantaggi che si riferiscono in particolare alle mai modificate norme elettorali. A differenza di quanto stabiliscono le leggi relative agli altri Ordini, la legge 233/46 non stabilisce neanche un periodo approssimativo nel quale svolgere le elezioni.
E’ potere infatti del solo presidente (e non del consiglio) stabilire la data delle elezioni. Unico onere poter dimostrare di aver consegnato la convocazione con posta prioritaria dieci giorni prima della data da lui fissata. E’ ovvio che dovendo consegnare anche decine di miglia di avvisi, molti riceveranno (se la riceveranno) la convocazione a pochi giorni dalle votazioni.
Ma principalmente l’attuale legge permette così al presidente in carica a poter cogliere impreparato (vedi ultime elezioni con relativo ricorso) chi intende organizzare in tempo utile una candidatura, e così mantenere a lungo il potere.
Con questo meccanismo si perpetuano, presidenze ultra trentennali con presidenti ultra ottuagenari.
Notevoli e numerose sono le differenze con gli altri Ordini professionali, tutte volte a perpetuare il potere di una lobby che tende a perpetuare il suo potere.
Qualche cenno: Le leggi relative agli altri Ordini professionali impongono che la data delle elezioni venga stabilita dall’Ordine Nazionale e deve essere resa pubblica dai 30 ai 50 giorni prima della convocazione elettorale. Nulla in merito stabilisce la legge per gli Ordini dei medici.
Per tutti gli altri Ordini la legge impone un periodo prestabilito per la presentazione delle candidature. La norma nulla prescrive per i medici.
Per molti Ordini, per favorire la partecipazione al voto è prevista la possibilità sia del voto per corrispondenza, che elettronico. Nulla per i medici. Nel disegno di legge in discussione alla Camera è previstala possibilità di poter votare negli ospedali agevolando così il voto di che risiede anche a 80 km distanti dal capoluogo. Tale proposta è stata addirittura giudicata eversiva dai vertici. Cito testualmente : Q.S. del 13-6-17: "Spostare il luogo delle votazioni all’interno degli ospedali rischia solo di frammentare la categoria medica e creare nuove conflittualità tra ospedalieri e medici convenzionati. Inoltre, gli emendamenti introdotti rispetto alle sedi di votazione creano un canale preferenziale per una sola categoria di medici, con effetti nella rappresentanza dell’ente previdenziale dei medici convenzionati che da lì traggono il proprio trattamento pensionistico".
Il perché di questa conflittualià non è dato sapere, e persino ovvio che negli ospedali possono votare tutti i medici non solo gli ospedalieri. Cosa c’entri poi il riferimento agli "effetti nella rappresentanza dell’ente previdenziale", almeno che si spieghi il perchè.
Per tutti gli altri Ordini è previsto il limite di 2 mandati. Nulla per i medici.
Nella legge in discussione viene persino respinto un limite “edulcorato” che limita il mandato. Infatti, mentre per tutti gli ordini il limite di mandato riguarda tutti i componenti il consiglio, per i medici la nuova legge prevede il limite del mandato solo alla funzione rivestita (presidente,vice,segretario tesoriere). Basta quindi invertire ed alternare l’incarico, per perpetuare all’infinito il potere all’interno di un Ordine. Nella maggior parte degli altri Ordini vi è incompatibilità fra la carica ordinistica territoriale e nazionale. Nulla ovviamente per i medici. Le leggi relative agli altri Ordini prescrive che il presidente in carica, se candidato, ovviamente non possa far parte, del seggio elettorale. Questa ovvia norma non vale per i medici.
Negli altri Ordini all’elezione dei vertici nazionali partecipa la base o i consiglieri provinciali. Per i medici votano solo i presidenti che quindi possono votare anche candidati non graditi dal loro Consiglio. Ultima chicca: per tutti gli Ordini è prescritto che il plico con le schede elettorali venga sigillato è tenuto a disposizione delle autorità preposte. Per i medici No. Anzi è previsto addirittura che dopo lo spoglio le schede vengano bruciate. In pratica viene impedito qualsiasi controllo. In merito la nuova legge nulla prevede.
Prof. Giansalvo Sciacchitano
Ex Presidente dell'Ordine dei Medici di Catania e Consigliere di Amministrazione dell'Enpam
13 ottobre 2017
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