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Inaccettabile ritardo della Funzione Pubblica a riconoscimento dei nuovi sindacati rappresentativi

di Antonio De Palma

02 DIC - Gentile Direttore,
desidero sottoporre alla sua attenzione una grave problematica, che riguarda l’esercizio della libera rappresentanza dei lavoratori e l’assurda “indifferenza ” dell’attuale Esecutivo. Sì, perché mentre il Presidente del Consiglio sottoscrive accordi che prevedono impegni per contratti di lavoro futuribili allo stato dell’arte, in Italia, ci sono altri sindacati, scelti dai lavoratori con il loro mandato, che sono rappresentativi “solo per iscritto” a causa della colpevole inerzia del Governo e che non possono esercitare la propria attività beneficiando degli strumenti riconosciuti dalla legge.

Nella sostanza, l’esercizio del mandato sindacale di alcuni sindacati – quelli che , evidentemente, non interessano a questo Governo – si trova in un’inaccettabile fase di arresto dovuto alla inattività del Ministro della Funzione Pubblica, dei comitati di settore e dell’Aran.

Tutto ha origine il 14 luglio u.s., quando l'Aran (Agenzia Rappresentanza Negoziale Pubbliche Amministrazioni) ha pubblicato il comunicato contenente l'accertamento provvisorio della rappresentatività per il triennio 2016-2018 cui è seguita ad Ottobre la pubblicazione della delibera dell’accertamento definitivo.

Ricordo che allo stato attuale, le Organizzazioni sindacali delle quali è stata accertata per la prima volta la rappresentatività in via definitiva non possono tuttavia ancora esercitare le prerogative sindacali che gli spettano perché il Ministro della Funzione Pubblica non trova il tempo per adottare le direttive politiche necessarie per la stipula del “C.C.N.Q. per la ripartizione delle prerogative sindacali per il triennio 2016-2018”.

Questo comporta che, in assenza delle specifiche direttive,  l’Aran e le altre organizzazioni sindacali ( quelle riconosciute rappresentative per il periodo contrattuale precedente) sono inibiti dalla stipula del CCNQ a mezzo del quale ridistribuire le prerogative sindacali tra i sindacati che sono stati accertati rappresentativi.

L’attuale stato delle cose è paradossale perché ad esercitare le prerogative sindacali non sono tutte le organizzazioni attualmente rappresentative, ma solo i sindacati che lo erano durante lo scorso triennio, alcuni dei quali, paradossalmente, non lo sono più, ed altri che, invece, lo sono ancora ma con una titolarità inferiore rispetto al passato.

Conseguenza di tale stato di cose dovrebbe essere nel primo caso il diniego delle prerogative sindacali e nel secondo caso la riduzione delle stesse in funzione della minore percentuale di rappresentatività riscontrata nel corso delle ultime rilevazioni.

E’ evidente che l’antescritta ingiustificata dilazione nell’adozione del C.C.N.Q. è gravemente lesiva dei diritti e degli interessi di cui attualmente sono titolari tutte le organizzazione sindacali che nel corso dell'anno 2016 hanno ottenuto la rappresentatività definitiva da parte dell’ARAN per la prima volta e quindi un nutrito numero di pubblici dipendenti che a tali sindacati hanno conferito mandato.

Tali sindacati, infatti, pur avendo acquisito il diritto alla rappresentatività per effetto delle ultime rilevazioni, non possono esercitare le prerogative riconosciute dalla legge e quindi, non possono realizzare assemblee tra i lavoratori, non possono interloquire con i datori di lavoro, non possono utilizzare permessi sindacali e distacchi retribuiti pur essendone titolari ai sensi di legge.

Infatti nella carenza del prescritto C.C.N.Q. le organizzazioni sindacali rappresentative restano tali solo sulla carta, ma non nei fatti.

In conclusione le OO.SS. accertate rappresentative per la prima volta in relazione al triennio 2016/2018, alla luce del descritto stato di cose e senza il CCNQ sopra citato, non sono nelle condizioni di poter garantire il regolare dovuto esercizio del mandato sindacale in favore degli iscritti.

Ancora più inaccettabile è il silenzio e l’indifferenza con il quale il Ministro della funzione pubblica “riscontra”, se così si può dire, alle legittime richieste che noi abbiamo inoltrato, di adozione delle direttive rivendicando il nostro diritto di esercitare le prerogative che ci riconosce la legge a tutela dei lavoratori iscritti.

Allo stato delle cose, per quanto ci riguarda e nel silenzio della Funzione Pubblica, non possiamo far altro che adire ai nostri giudici, già oberati di lavoro, per chiedere loro di ripristinare corrette regole di democrazia e rappresentatività sperando sempre, non si sa mai, che nel frattempo il Ministro si decida ad uscire dal proprio silenzio e a fare quanto di propria competenza inoltrando all’ ARAN le direttive politiche per consentire alle parti la sottoscrizione del CCNQ.

Le sono grato per la sua attenzione

Antonio De Palma
Presidente Nursing Up
Il Sindacato degli Infermieri Italiani


02 dicembre 2016
© Riproduzione riservata

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