Gli insegnanti non possono fare “i medici”
di D.Crea e M.L.Genna
15 GEN -
Gentile Direttore,
il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca scientifica, congiuntamente al Ministero della Salute, ha diramato un documento indirizzato alle scuole dal titolo: "
Aspetti organizzativi e procedurali nella somministrazione dei farmaci per la continuità terapeutica e la gestione delle emergenze".
Dai dati a disposizione, oltre che presenti sul web e quindi facilmente reperibili, si legge che solo il 25% degli insegnanti dichiara di avere sufficienti nozioni relative a tali malattie e di averle addirittura apprese dai propri alunni e dai loro genitori; il 50% delle famiglie si dichiara insoddisfatto per la scarsa collaborazione degli insegnanti; l’85% degli insegnanti ignora che anche i bambini possono essere affetti da malattie come il diabete; il 76% crede che sia una malattia invalidante; il 15% crede che sia letale ed infettiva.
Dulcis in fundo, la maggior parte degli insegnanti non sa riconoscere, ad esempio, i sintomi dell’ipoglicemia, né sa quali possano essere i primi provvedimenti immediati da intraprendere; talora i sintomi vengono interpretati come indisciplina o scarsa applicazione e attenzione allo studio.
Ci chiediamo, allora, quale sia la ratio che consente che le competenze e i carichi di conoscenze continuino ad aumentare per i medici, insieme alle responsabilità per gli atti che compiono, mentre al contempo si dilata sempre più la platea di nuovi presunti attori sanitari, come potenziali esecutori e controllori di atti medici e terapeutici.
dott. Domenico Crea
dott.ssa Maria Ludovica Genna
Osservatorio sanitario di Napoli
15 gennaio 2016
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