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A chi serve l'infermiere “toti potente”?

di Luca Sinibaldi

03 DIC - Gentile Direttore,
dai commenti espressi su una rivista infermieristica rilevo continuamente la gravità in cui versa la nostra professione sul piano del riconoscimento economico e sociale. La cosa non mi meraviglia, dal momento che io stesso soffro quotidianamente il demansionamento e l’evidente incongruenza di un modello organizzativo inefficiente e foriero di ingiustizie. In questi giorni i sindacati e i lavoratori del pubblico impiego sono scesi in piazza…e noi infermieri, in quanto tali per diverse migliaia di unità, abbiamo fatto lo stesso. Probabilmente, alcune compagini, legate ai sindacati di categoria, scenderanno in piazza assieme ai sindacati medici, per protestare contro questa legge di stabilità, i tagli lineari nemmeno poi così celati e la politica di assoluto annichilimento del settore. Incrociando queste situazioni espongo questa riflessione.

Ma perchè un italiano deve prendere continuamente baracca e burattini e spostarsi per fuggire dalla mafia, dalla disoccupazione, dalla disorganizzazione, dall'indifferenza dello stato per approdare nelle poche isole felici (che poi lo sono relativamente)? Perchè, un infermiere, oltre a dover sottostare a questa nefasta regola generale, deve sottoporsi al concetto sbagliato della "toti potenza" del suo ruolo e saltare di unità operativa in unità operativa, svariando dall'area critica a quella medica, al territorio...perdendo capacità di approfondimento settoriale, imponendo uno stile di infermieristica che non sfonda mai la barriera della continuità, che apra alla ricerca (che di questa continuità, di questa specificità settoriale si nutre)...perchè?
 
E' veramente legato agli odierni problemi generali del lavoro e della sua organizzazione? Ma se fosse così, in altri tempi, quando quasi quasi ti venivano a cercare per fare l'infermiere, allora, quella barriera la si sarebbe potuta sfondare. Invece no, eccoci sempre qui. A parlare di specializzazioni senza sapere mai bene a che cosa ci si riferisce. Eccoci sempre qui, a sottolineare che ci sono regioni (poche...pochissime) in cui, lavorare da infermieri corrisponde ancora almeno a mantenere lo status specifico professionale: perchè? Ci saranno delle cause precise che vanno indagate, o no? Chi le dice? Scendiamo in piazza contro l'ennesimo ed ulteriore annichilimento delle risorse per il pubblico impiego, per il rischio di vedersi (quando qualcuno si riterrà in comodo lassù) risolvere il contratto di lavoro con pochi spiccioli in più di parte economica ma soprattutto con tutte queste questioni assolutamente irrisolte.
 
Perchè, pur avendo davanti gli esempi dei paesi che sono affiliati con noi all'interno dell'Unione, continuiamo sia sul piano legislativo, sia sul piano della considerazione sociale ad essere relegati a fare i tappabuchi istituzionali del sistema sanitario? Mi pare che un po' tutti gli attori, dai tecnici ministeriali ai rappresentanti del governo per finire ai sindacati (nessuno escluso) si voglia evitare di mordere la grande mela avvelenata del privilegio della casta medica italiana. Che è vero, si...soffre in alcuni frangenti, quelli più nevralgici per l’erogazione delle prestazioni ai cittadini (pronto soccorso, diagnostiche ecc.) di carenze e disorganizzazioni ma in altri... si mantengono assurdi privilegi di supremazia che poco hanno a che vedere con l'autonomia, la vera autonomia.
 
Un caso su tutti, l'evidente sperequazione di risorse, potere gestionale e peculiarità all'interno degli atenei. Non è più possibile pensare che i corsi di laurea infermieristica vengano considerati una costola minore (ma diciamo pure una falange, una falangina?) del corso di laurea di Medicina e Chirurgia! La nostra scarsa considerazione parte da lì, pensateci! Oggi, noi infermieri, corriamo tutti in piazza per rivendicare un salario decente e una copertura di risorsa umana adeguata ma...non li otterremo, perchè siamo poco più che una falangina del mondo sanitario. Quelle risorse, ogni volta che vengono sbloccate col contagocce, se le pappano tutte i medici...e lo sanno i sindacati, lo sanno, ma non va detto, per motivi strategici….ma a favore di chi?
 
Luca Sinibaldi
Infermiere di Medicina Generale

03 dicembre 2015
© Riproduzione riservata

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