Mobilitazione medici. Cifaldi (Cisl Medici): “Riempiamo le piazze per avere maggiore visibilità”
di Luciano Cifaldi
29 NOV -
Gentile Direttore,
non suoni come una forma indiretta di piaggeria ma la testata da Lei diretta è stata una delle pochissime a dare un resoconto dettagliato e non strumentale della manifestazione che la categoria medica ha svolto ieri a Roma. Sia stamane sia nei giorni passati Lei ha dato voce ai segretari nazionali delle varie organizzazioni sindacali, raccogliendone il pensiero e le motivazioni della protesta. In mattinata Cgil-Cisl-Uil hanno fatto una bella camminata per Roma per il pubblico impiego nella sua globalità. Poi noi medici ci siamo ritrovati insieme agli altri sindacati medici raccolti nella splendida cornice di una delle tante splendide piazze romane.
Vabbè non eravamo tantissimi ma non si può dire che noi medici siamo i campioni delle manifestazioni di protesta...Vabbè non abbiamo urlato slogan contro il governo del non eletto ma noi medici non siamo i campioni degli slogan urlati e abbiamo dato voce sul palco non ai vertici sindacali ma ai giovani, ai precari, ai precari più precari di altri in quanto titolari di contratti atipici, ai Colleghi dell'emergenza e a quanti hanno avuto l'opportunità e l'occasione di dire cose sensate. Magari eravamo pochi in questa Roma blindata dalle forze dell'ordine (grazie a voi tutti che indossate una divisa!) ma c'era una voglia di ritrovarci insieme. Potrei quasi affermare, se non fosse per le preoccupazioni di questo momento storico, che ieri c'era poca rabbia, poca rassegnazione nei presenti ma anche un pò della allegria da scampagnata romana.
Stamane, al mio risveglio, una triste sorpresa. Mi collego alla chat della Cisl Medici Lazio e...riporto testualmente il pensiero dei Colleghi: "Ma nessun giornale ha parlato della nostra manifestazione?" "No", "Pazzesco!", "Solo la radio ha accennato a problemi di traffico per via di una non meglio precisata manifestazione in centro", "una vergogna", "fanno finta che non esistiamo". "Come ci ignorano in tutte le decisioni prese che cadono sulle nostre teste e su quelle dei cittadini ci ignorano anche oggi. Non possiamo permettercelo. I temi sono troppo importanti e sono il futuro di tutti". E potrei andare ancora avanti.
Magari molti giornali sono stati distratti da avvenimenti più importanti, magari le improvvide dichiarazioni di qualche ministro emiliano avevano una vis comica meritevole delle prime pagine, però cari Colleghi se la prossima volta saremo in tanti a riempire le piazze credo che non solo
Quotidiano Sanità si accorgerà di noi e del nostro vivere il quotidiano della sanità che è fatto di impegno costante e gravoso, stretti come siamo tra contratti che non si rinnovano, ricatti aziendali, interferenze politiche, precariato storico, ricorsi giudiziari e tante altre belle cose.
E se magari per una volta, fermo restando la necessità di garantire con contingenti minimi dettati dalla legge, bloccassimo veramente la sanità per un giorno, un giorno solo dopo avere spiegato ai cittadini ed ai malati che non è contro di loro che manifestiamo, allora avremmo fatto un passo in avanti nel rivendicare la nostra dignità e la giusta attenzione che meritiamo.
Magari cari Colleghi (assenti) alla prossima manifestazione portiamo anche le persone a noi care, quelle che ci conoscono, quelle che vedono le sempre più gravi difficoltà della nostra bellissima professione. Se continueremo a non fare sentire la nostra voce alla fine dovremo rassegnarci a sentire in televisione solo il dialetto che si parla sull'Arno: "A lavar la testa all'asino si perde il ranno e il sapone" (antico proverbio fiorentino. Traduzione: "quando si vuole migliorare chi non vuol saperne, è un lavoro inutile e dispendioso".
Luciano Cifaldi
Segretario regionale Cisl Medici Lazio
29 novembre 2015
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