Dpcm precari. Anaao Giovani: “Solo l’ennesima beffa”
di Dario Amati e Maddalena Zippi
22 APR -
Gentile direttore,
il 15 Aprile scorso, il Sottosegretario alla Salute, Onorevole
Vito De Filippo, ha inviato una lettera sia alle Organizzazioni sindacali della Dirigenza Medica e Sanitaria che a quelle del Comparto Sanità, in cui annunciava con soddisfazione la prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dpcm precari. Il tutto, dopo che il suddetto Dpcm è stato registrato dalla Corte dei Conti. Nella stessa lettera si legge la parola “possibilità” di stabilizzazione del personale sanitario.
Infatti, leggendo con attenzione il testo del decreto, si evince come sia possibile avviare entro il 31 dicembre 2018 le procedure concorsuali riservate al personale precario degli enti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), al fine di poter coprire fino al 50% dei posti disponibili. Requisito per potere accedere a quel 50% è aver prestato un servizio effettivo non inferiore ai tre anni nel quinquennio precedente. Lo stesso decreto
in primis pone il vincolo per le regione a tutt’oggi sottoposte al piano di rientro dove vige ancora il blocco del turn-over. Stessa motivazione che si ripercuote anche sulla proroga dei contratti in essere.
Scorrendo il testo con attenzione, si capisce come le Aziende Sanitarie possano avere la facoltà di indire procedure concorsuali per il personale precario, ma non ci sia de iure l’obbligo da parte delle stesse.
Un politico direbbe: "la direzione è quella giusta ma le misure prese sono insufficienti". Siamo sempre lì, questi provvedimenti che sono una scarpa e una ciabatta, e che in fin dei conti scontentano tutti per non fare torto a nessuno, per noi stanno diventando più che insopportabili, inaccettabili. E questa non è una mera sottigliezza linguistica perché quei medici, costretti a lavorare con turni massacranti, senza diritti e senza tutele, con contratti che vengono rinnovati anche di mese in mese e per periodi che superano anche i due lustri, potrebbero, se volessero, mandare al collasso gran parte del sistema sanitario se incrociassero le mani. Etica e senso del dovere sino ad ora li hanno fermati, ricatti e vessazioni li hanno imbavagliati.
Se volessimo tradurre il tutto, potremmo ben pensare, ad esempio, che per un precario che lavora da più di 10 anni in una regione sottoposta al blocco del turn-over non sussista minimamente la possibilità di poter accedere a qualsivoglia procedura concorsuale di stabilizzazione. Quale sarebbe il significato di: “fino al 50% dei posti disponibili”? Vuole forse dire che, un’azienda avendo a disposizione per pensionamenti quattro posti su tutto l’organico presente, potrebbe riservarne due al personale precario che ha maturato i requisiti richiesti. E se in quella stessa Azienda lavorano da più di tre anni dieci precari con contratto a tempo determinato, quali di essi dovrebbero essere assunti? E se il posto disponibile fosse addirittura solo uno? Che significa a questo punto 50%? Entra a tempo indeterminato un precario storico e un altro nuovo assunto a metà orario? Ci pare che questo DPMC abbia un’articolazione beffarda, che ha travalicato ogni senso del pudore da parte di chi si vorrebbe definire legislatore.
Quel che emerge infine con estrema chiarezza è la mancanza di volontà di voler finalmente dare un respiro di sollievo ai tanti medici che da anni si adoperano per la salute altrui, vivendo continuamente in uno stato di precariato non solo lavorativo ma anche nella vita personale.
Noi non possiamo che stigmatizzare questa posizione del governo che oltre al pudore rischia di perde anche quel minimo di credibilità chi gli serve per mandare avanti un Paese come il nostro. Nello specifico noi chiediamo che vi sia un’obbligatorietà da parte delle Asl di bandire i concorsi previsti almeno per gli aventi diritto, senza se e senza ma.
L’Anaao, denuncia la mancanza di volontà politica per la scarsa collaborazione ricevuta dai vari interlocutori, nel voler porre definitivamente un punto all’annoso fenomeno del precariato medico, intravedendo in questo testo una “porta stretta” che solo i più fortunati (e speriamo che il criterio sia almeno la fortuna e non peggio), avranno il privilegio di poter oltrepassare.
Dario Amati
Responsabile Anaao Giovani Macro Regione Nord
Maddalena Zippi
Responsabile Anaao Giovani Lazio
22 aprile 2015
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