Competenze professionali. Medici e infermieri tornino a parlarsi
di Giuseppino Conti
21 APR -
Gentile Direttore,
leggo sul suo quotidiano il susseguirsi di messaggi contrastanti da parte di vari rappresentanti delle categorie professionali in merito proprio alla definizione dei loro rapporti e dell’esercizio professionale. A parole tutti dicono di volere il dialogo, nei fatti si sparano bordate a destra e a manca rendendo ancora più tese le relazioni. Sembra di assistere alla gara di chi la spara più grossa sapendo e sperando, forse, di irritare l’altra “fazione”. Penso che a nessuno giovi questo tipo di dialettica improduttiva.
Mi permetto però di richiamare l’invito di Cavicchi di estrema concretezza: si faccia un documento di cose condivise, di punti comuni da cui partire per dire basta al demansionamento e alla decapitalizzazione del lavoro, si stabilisca un accordo sui confini delle rispettive autonomie e si rediga un protocollo operativo per prevederne l’attuazione in ambito organizzativo a livello decentrato. E per non essere tacciato di dire cosa fare agli altri mi rivolgo direttamente al mio sindacato, a chi lo rappresenta ai massimi livelli, affinché si assuma l’iniziativa di aprire un dialogo tra medici e infermieri nella consapevolezza che sono più i problemi che ci accomunano che quelli che ci separano.
Penso proprio al demasionamento/deprofessionalizzazione, alla sempre più pressante emergenza salariale derivante dal perdurare del blocco contrattuale, alla responsabilità professionale che colpisce sempre più anche gli infermieri, alla valorizzazione delle professioni, al precariato e ai rapporti di lavoro “atipici”, alla burocratizzazione dell’assistenza, …
Ho contezza dell’incontro fruttuoso avvenuto tra NURSIND e l’AAROI-EMAC e la CIMO dove si sono gettate le basi di un percorso auspico unitario e sono a conoscenza di prossimi appuntamenti da parte del segretario nazionale NURSIND con l’ANAAO e la FIMMG.
Spero che questi incontri diano forza a una collaborazione che ponga fine alla dialettica infruttuosa di chi dice di voler giocare ma nasconde il pallone. Siamo tutti sulla stessa barca in un sistema ormai al collasso (forse voluto) e siamo consapevoli che lo spostamento incauto di qualcuno può far affondare tutti. Non dobbiamo avere paura di parlarci e spiegarci. Se sapremo coordinarci forse qualche possibilità in più di arrivare a riva ce l’avremo.
Giuseppino Conti
Segretario Territoriale
Nursind Ancona
21 aprile 2015
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