La Pianificazione sanitaria e le Città Metropolitane. Un’occasione per rifondare la sanità locale
di Domenico Crea
23 DIC -
Gentile direttore,
l’approccio probabilmente più conforme, a tale nuova forma di aggregazione politica e civile, dovrà essere quanto mai aderente agli attuali bisogni ed ai nostri nuovi tempi, avendo la doverosa necessità di proiettarsi oltre le comuni tendenze, per spingersi sino alla razionalizzazione degli aspetti sociali ed organizzativi, perfezionando il convincimento che si è in presenza di un cambiamento radicale molto più complesso, non solo legato alla sola loro costituzione determinata dalla dimensione fisica di esse.
Infatti, l'art. 18, comma 7 del d.l. 6 luglio 2012, n. 95 attribuisce alla città metropolitana, al punto 2, comma 2: “
la strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, nonché organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano.”
Pertanto, tra i tanti nuovi problemi che i sindaci delle prossima Città Metropolitane si troveranno ad affrontare, oltre alle specifiche competenze sui trasporti, le scuole ed i rifiuti, andrà compresa anche la Sanità, ovviamente senza interferire nelle mission aziendali delle ASL e tanto meno nei compiti in capo alle amministrazioni regionali, ma per discutere e confrontarsi sulla pianificazione strategica, che necessariamente dovrà essere unica ed inserita nel concetto di area vasta.
Quindi, vista la complessità propria degli ambiti metropolitani, appare evidente l’opportunità di avere un livello comune di confronto in grado di attivare valutazioni legate ai caratteri peculiari delle aree, riuscendo ad integrare, con il supporto di adeguati strumenti, anche le politiche sanitarie con la pianificazione territoriale, che non potrà più, per la sua stessa complessità, essere semplicemente ricondotta alla scala regionale o vedere semplicemente calata nell’area metropolitana gli obiettivi di base regionale.
Gli ospedali, i presidi sanitari intermedi, le aziende sanitarie locali, non potranno essere più isole distanti dai territori, con problemi raccolti e risolti senza confronto, ma bisognerà iniziare nuovamente a ragionare come sistema, lavorando per incrociare richiesta ed offerta, privilegiando quella componente sociosanitaria che, se messa in grado di funzionare, è in grado di alleggerire e non poco, la pressione e la richiesta dell'utenza sulle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali.
Importante, poi, che in una “una visione moderna e unitaria”, soprattutto per la nuova città metropolitana, ci sia l’esigenza di suggerire che il processo individui organismi in grado di interpretare tale necessità, per permettere che le scelte politiche siano aderenti ai bisogni effettivi delle comunità e coordinate tra loro.
Da trovare gli strumenti adeguati, si pensi ad esempio, ad organismi tecnici come le “Conferenze permanenti sulla Sanità”, presiedute e guidate dai prossimi sindaci delle Città Metropolitane, con compiti di istruttoria tecnica e monitoraggio ed al cui interno possano essere presenti esperti del settore, oppure a “Consulte della Salute”, della quale potranno farne parte tutti i soggetti e gli attori del mondo sanitario, dai medici al personale ospedaliero, dalle associazioni dei malati alla società civile, il tutto allo scopo di tracciare una programmazione concreta, in cui la relazione ed il confronto tra le parti sia orizzontale e consultivo, soprattutto con i manager delle varie AA.SS.LL. e AA.OO presenti nel contesto metropolitano.
In sintesi, utilizzare l’occasione fornita dalla prossima istituzione delle città metropolitana, che non saranno certo e banalmente solo delle ex province, per riavviare e ridefinire quel processo di rifondazione della Sanità locale, per mantenerla pubblica e alla portata di tutti, in una visione sia moderna che unitaria, offrendo nuove risorse di idee per la salute e contribuendo nel medio periodo allo sviluppo sociale ed economico complessivo.
Dott. Domenico Crea
Assessore Salute e Politiche sociali
III Municipalità del Comune di Napoli
23 dicembre 2013
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