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Massofisioterapisti: “Basta essere considerati operatori di serie B”

di De Martino Luca

Non riusciamo a capire come e perché ci sia in atto una guerra che mira all’eliminazione della nostra figura. Non capiamo perché il Ministero della Salute non fa chiarezza e non si attiene alle sentenze che confermano da anni la nostra natura sanitaria

21 FEB - Gentile direttore,
l’Italia è un paese veramente molto strano, in cui tutto deve equilibrarsi nella confusione e ai limiti della legalità. La nostra categoria ha trascorso un anno veramente difficile in cui è successo di tutto, dai pareri errati dell’Agenzia delle Entrate sulla “questione Iva” secondo cui il massofisioterapista non sarebbe esente Iva, al tentativo di chiudere le scuole statali per massofisioterapisti, tentativo risultato vano proprio perché il Simmas (Sindacato italiano massofisioterapisti e massaggiatori sportivi) ha permesso, vincendo al Tar Lazio, all’Istituto Colosimo di Napoli di continuare a formare questa figura per realizzare i sogni lavorativi di tanti ragazzi/e non vedenti.

Non riusciamo tuttavia a capire come e perché ci sia in atto una guerra che mira all’eliminazione della nostra figura. Non capiamo dove sono i politici laddove tantissimi massofisioterapisti non vedenti si sentono totalmente disorientati e abbandonati dallo Stato perché qualcuno prova a smontare il loro palcoscenico lavorativo. Non capiamo perché il Ministero della Salute non fa chiarezza e non si attiene alle sentenze che confermano da anni la nostra natura sanitaria. A che gioco stiamo giocando? Questi signori sanno benissimo che ci sono tantissimi professionisti che hanno studi professionali e che lavorano onestamente secondo le leggi in vigore. Cosa volete fare? Volete togliere a un massofisioterapista non vedente una delle poche possibilità lavorative che è in grado di mettere in risalto le sue particolari qualità manuali? Volete creare ancora più difficoltà a una categoria che merita di essere tutelata ancora e molto di più?

E’ vero, dovete pensare agli albi, a creare ancora più restrizione in uno Stato in cui la liberalizzazione viene solo citata a tratti, quasi fosse una bestemmia. L’Italia non ha nessun futuro se è attanagliata dalle lobby e dai soliti noti che fanno pressione a tutti i livelli politici. Basta con i giochi , che lo Stato s’impegni a rispettare il principio di solidarietà posto dalla Costituzione e considerato “tra i valori fondanti dell’ordinamento giuridico”.

Insieme ai diritti inviolabili dell’uomo, esso è solennemente riconosciuto e garantito dalla Carta costituzionale (art. 2 Cost.) quale “base della convivenza sociale”. Lo Stato s’impegni non a migliorare ma a rispettare le legge e le sentenze che già esistono, non è così difficile e sicuramente non è sbagliato! Di questo e di tanto altro parleremo al nostro congresso nazionale che si terrà domenica 10 marzo presso la sala Conferenze del Comune di Battipaglia.

De Martino Luca
Segretario nazionale Simmas

 

21 febbraio 2013
© Riproduzione riservata

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