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Spesa sanitaria privata italiana: la punta dell’iceberg 

di Antonio Salvatore 

10 GEN - Gentile Direttore,
in base ai dati forniti dalla Ragioneria Generale dello Stato, la spesa sanitaria complessiva italiana del 2023 ammonterebbe a circa 176 mld di euro, di cui 133 coperti da finanza pubblica e 43 pagati dai cittadini di tasca propria. Rispetto al 2022, la spesa sanitaria pubblica sarebbe aumentata di circa il 2%, mentre quella privata di oltre il 7%.

Inoltre, dal 2019 al 2023, nonostante il significativo calo demografico (846 mila unità in meno), la spesa sanitaria corrente pubblica sarebbe cresciuta di ben 16 mld di euro (da 117 a 133 mld di euro).

Nello stesso periodo, quella privata sarebbe aumentata di 8 mld di euro (da 35 a 43 mld di euro).

A tal riguardo, la Ragioneria dello Stato ci ricorda che la principale fonte informativa dei valori di spesa pubblica è costituita dai bilanci consuntivi degli Enti del Servizio Sanitario Nazionale, eccetto il 2023, i cui dati sarebbero riferiti ai valori del quarto trimestre.

Invece, la spesa sanitaria sostenuta dai cittadini sarebbe stata quantificata in base ai dati conferiti nel Sistema TS (l’infrastruttura che raccoglie i documenti di spesa sanitaria dei cittadini, necessari per la predisposizione della dichiarazione precompilata dei redditi).

Con riferimento alla spesa sanitaria privata, giova ricordare che, dal 2015 al 2023, è stata ampliata la platea dei soggetti tenuti alla trasmissione delle spese sanitarie private al Sistema TS, per cui il dato potrebbe risentire di tale circostanza.

Inoltre, analizzando attentamente la composizione della spesa sanitaria privata, emergono elementi che destano motivo di riflessione.

Dei 43 mld di euro di spesa privata, la componente ticket (la compartecipazione alla spesa sanitaria farmaceutica e di specialistica ambulatoriale) è pressoché immutata negli anni. Ammonta a circa 3,2 mld di euro, di cui 1,5 della farmaceutica e 1,7 della specialistica.

Con particolare riguardo alle prestazioni di specialistica ambulatoriale, il 28% di quelle a carico del SSN viene reso in regime di “esenzione per reddito” (autocertificabile).

Nel 2023, la spesa sanitaria media sostenuta dagli italiani di tasca propria è stata di circa 731 euro pro-capite (di cui 54 per ticket) con marcate differenze regionali. Si va dai 394 euro della Basilicata ai 1.019 euro della Lombardia, anche – e soprattutto – in virtù del reddito pro-capite.

Inoltre, in merito alla composizione della spesa sanitaria privata, il 47% riguarda visite e interventi, il 24% farmaci e dispositivi medici, il 7% i ticket ed il restante 22% altro.

Dati e strumenti di rilevazione che inducono fondatamente a ritenere che la spesa sanitaria privata effettiva, con ogni probabilità, sia di gran lunga superiore a quella desunta dal Sistema TS (che non tiene conto di certo delle prestazioni “a nero”) e che la spesa sanitaria pubblica potrebbe risentire di una eccessiva “disinvoltura” nelle dichiarazioni di esenzione per reddito.

Sia ben inteso che non s’intende attribuire responsabilità ad alcuno, ma non è revocabile in dubbio la circostanza che il dato della spesa risenta della componente “sommerso”, assai pregiudizievole per la finanza pubblica e per la sostenibilità del SSN, dal momento che sottrare risorse da destinare al fabbisogno sanitario nazionale standard.

Antonio Salvatore
Direttore del Dipartimento Salute di ANCI Campania
Vice Presidente della Fondazione Triassi per il Management Sanitario

10 gennaio 2025
© Riproduzione riservata

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