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Giornata della Salute Mentale. Siamo pronti al consueto rituale di parole e cerimonie per colmare il vuoto di idee e risorse

di Andrea Angelozzi

04 OTT - Gentile Direttore,
anche quest’anno ci avviciniamo alla Giornata della Salute Mentale e siamo già pronti al consueto rituale che cercherà di colmare con parole e cerimonie il vuoto di idee e di risorse, il tutto per 24 ore, aspettando che alla mezzanotte poi si possa parlare di altro. Quest’anno poi, con il ricorrere del centenario dalla nascita di Basaglia, sono certo che discorsi ed eventi pubblici si moltiplicheranno.

Immagino già le dichiarazioni a livello ministeriale, regionale e locale che, ricordandoci i dati OMS e Nazionali sul problema, sottolineano come la questione sia al centro della attenzione di decisori ed amministratori e rappresenti una priorità, al primo posto nella agenda delle cose da fare. Verrà anche riportato qualche dato fuori contesto e qualche provvedimento a basso costo e basso impatto per mostrare la costanza dell'impegno. Le società scientifiche faranno i vari comunicati in cui ricordano l’importanza del problema, con qualche riferimento alle tante cose che mancano e qualche invocazione speranzosa per provvedimenti, risorse e personale. I vari servizi metteranno in campo varie iniziative, ormai sempre più simili alle Sagre della Salute Mentale, ove lo stigma della diversità viene combattuto riproponendo l’artigianato dei folli, e si cerca di richiamare l’attenzione della popolazione sul problema con spettacoli di cinema e teatro, dimenticando che purtroppo la popolazione ha ben presente il problema.

E come a Natale da bambini, fra luci e piccoli regali, compaiono i buoni proponimenti per i mesi a venire. E’ tutto talmente scontato e prevedibile che non è chiaro se convenga farsi avvolgere dalla melanconia dell’ineluttabile o dalla risata che ci ricorda che il re è nudo.

Alla fine cosa c’è di concreto? Da una parte il malessere dei pazienti che (basta vedere l’andamento dei dati del SISM) affollano sempre di più gli SPDC, con ricoveri sempre più brevi, ed inevitabili crescenti riammissioni, per potere rispondere alla troppa richiesta; oppure ricorrono alle strutture private; e comunque ottengono con sempre più fatica un appuntamento in tempi ragionevoli una volta dimessi. Saranno seguiti in maniera sempre più rarefatta nei CSM e solo con trattamenti farmacologici, senza potersi sorprendere poi per una cronicizzazione che affollerà in misura sempre maggiore le varie comunità. Il tutto naturalmente con un costo crescente (e destinato ai privati) che rosicchierà in maniera importante le risorse per i Centri di Salute Mentale. I minori continueranno ad essere ricoverati nelle strutture per adulti, magari separando gli spazi in modo fittizio e lasciandone la gestione comunque, per la maggior parte del tempo, al personale della psichiatria dell’adulto. Il tutto con strutture territoriali sempre più sguarnite e lasciando che il malessere alla fine se lo gestiscano come possono gli stessi pazienti ed i loro familiari. Un malessere che compare costantemente negli ormai quotidiani fatti drammatici che i giornali ci raccontano.

Dall’altra parte emerge una mancanza di provvedimenti ministeriali, a parte le briciole del bonus psicologico date non a chi sta più male ma a chi arriva prima, e la costituzione di tavoli, di cui a distanza di un anno e mezzo non si sono visti i risultati. Nessuno sembra accorgersi che la Corte costituzionale deve pronunciarsi sulle norme del TSO e si è pronunciata in forma critica sulla Legge 81/2014. Nulla è cambiato per la posizione di garanzia e nulla circa i crescenti problemi giuridici e gestionali che pongono i pazienti autori di reato. La questione delle risorse non solo è rimasta irrisolta ma sembra ormai un mantra vuoto al quale non si reagisce più se non con vaghe rassicurazioni alle quali alcuni ancora credono. Nulla è cambiato e nulla cambierà nell’assetto ormai obsoleto che hanno i Dipartimenti di Salute Mentale.

E circa le aggressioni al personale, un problema che tocca da vicino gli operatori della psichiatria, mi permetto di dubitare che la minaccia di conseguenze penali importanti possa essere un reale deterrente nel caso di pazienti psichiatrici, per i quali sarebbero molto più utili tante cose prima di arrivare allo scontro e non dopo, a sua sanzione, inutile per l’aggressore ed ancora di più per l’aggredito.

Ma sicuramente sono troppo pessimista e quest’anno la Giornata della Salute Mentale sfuggirà a questo deludente copione e ci riserverà importanti positive sorprese. Attendo fiducioso.

Andrea Angelozzi
Psichiatra


04 ottobre 2024
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