Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Giovedì 21 NOVEMBRE 2024
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

I capponi di Renzo e i medici del Ssn

di Enzo Bozza

18 SET - Gentile Direttore,
“Faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura”. Queste parole di Manzoni ritraggono i capponi di Renzo nei Promessi Sposi, è la circostanza che, purtroppo, riguarda noi medici del Ssn.

L’atteggiamento più comune, quando si è in difficoltà estrema, è cercare un responsabile, sempre al di fuori della propria cerchia: il nemico responsabile di tutto, anziché unire le forze e gli intenti e cercare tutti insieme di cambiare le cose. È una caratteristica della strategia populista che deve sempre avere un comodo nemico da combattere per non prendersi il disturbo di rimboccarsi le maniche e fare fronte comune contro le avversità. Nel nostro caso: ospedale contro territorio, l’uno contro l’altro armati.

Il medico di pronto soccorso che punta il dito contro i medici di base che, a suo dire, lavorano poco, non fanno filtro per i codici bianchi e gialli, si rendono irreperibili e si nascondono dietro una segreteria che non fornisce risposte concrete agli assistiti, naturalmente non mancano i guerrafondai: tutta quella stampa fatta da giornalisti che hanno dimenticato da tempo come si fa una inchiesta e anziché sporcarsi le mani andando a constatare di persona sul campo, ascoltano la “pancia” della gente e il “sentito dire”, scrivendo da una comoda scrivania di redazione.

Risultato: è vero, il medico di base lavora tre ore al giorno e guadagna cifre stratosferiche, quando non è alle Bahamas o a Dubai. La tentazione di fare di tutta l’erba un fascio, è talmente radicata e divisiva che inevitabilmente si arriva ad una Sanità per contenitori stagni dove ognuno è colpevole di qualcosa e la gente esasperata prende a ceffoni il primo medico o infermiere a tiro. Non è un solo settore della Sanità a non funzionare, è tutto il sistema che non funziona, ma la soluzione non può essere beccarsi a vicenda come i capponi di Renzo, diventa necessario riprendere quel dialogo tra ospedale e territorio. Unirsi nell’unico intento che ci accomuna: essere medici e curare, cercando di individuare e superare i limiti di ognuno, lavorare insieme per lavorare meglio.

Questo non è compito della politica o delle aziende sanitarie, fa parte della nostra buona cultura ippocratica e scientifica, deve partire da noi medici l’esigenza di ascoltarci, lavorare insieme e migliorare le cose, individuare le nostre anomalie di sistema e risolverle tra noi, senza puntare il dito contro il collega di turno. Di certo, la medicina del territorio deve essere riformata e aggiornata, partendo dalla naturale e logica inclusione nel sistema cure: medico di base dipendente e strutturato nell’azienda per cui lavora, in continua relazione operativa con l’ospedale e il distretto.

Qualche regolata dovrebbero darsela anche i giornalisti, basta con i titoloni acchiappa-complottisti e informazione corretta e controllata nelle fonti. Abbiamo già abbastanza odio da fronteggiare ogni giorno, non aggiungiamo benzina sul fuoco per qualche copia o qualche like in più. Comincia a diventare di costume assaltare il pronto soccorso o farsi giustizia da soli. I capponi di Renzo.

Enzo Bozza
medico di base per i Comuni di Vodo e Borca di Cadore (BL)

18 settembre 2024
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy