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Gli infermieri e la delusione di queste ultime ore

di Francesco Falli

03 SET -

Gentile Direttore,
nelle ultime ore due notizie hanno destato in me attenzione, preoccupazione e delusione, per quanto attese. La prima riguarda le domande complessive, presentate in queste settimane, per i posti disponibili sul Corso di Laurea in Infermieristica, che risultano in ulteriore calo rispetto al 2023: oltre 2400 in meno.

Inutile, dunque, l’aumento dei posti messi a disposizione per la costruzione dei nuovi infermieri.

Il secondo aspetto è quello del varo imminente della figura dell’Assistente infermiere, e proprio di ieri è l’articolo di QS sul tema (https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=124013)

Chi scrive non è contrario (anzi) alla presenza, nel team di assistenza e cura, di figure dedicate allo svolgimento di attività di base: per questo, avevamo già l’operatore socio sanitario (oss) e l’oss con formazione complementare, nati rispettivamente nel 2001 e nel 2003, proprio per lasciare all’infermiere attività più complesse.

La figura dell’AI nasce oggi invece, ed è perfino dichiarato, col fatto che non ci sono più tanti infermieri quanti ne sono necessari (il dato delle domande al corso di laurea in Infermieristica, che ho appena ricordato, lo conferma anche come tendenza).

Chi ha esperienza di vita professionale, diretta ed organizzativa, sa perfettamente che a ben 23 anni dalla sua ‘’costruzione’’ la figura dell’oss (peraltro incredibilmente non ancora arrivata ovunque, e non sempre prevista sulle 24 ore delle degenze) continua a essere al centro di potenti perplessità quotidiane: ‘’ma l’oss può fare questo, o quello?’’

E’ una domanda che viene presentata spesso, e purtroppo -oltre ai molti limiti del testo della Conferenza Stato Regioni del 22 febbraio 2001 che doveva individuare molto meglio i compiti- il ruolo dell’oss è reso difficile dal fatto che non tutti hanno saputo, o voluto, affrontare i problemi organizzativi e gestionali derivanti dal loro arrivo nei team assistenziali.

L’arrivo, adesso, di un nuovo operatore rischia di riproporre altre criticità pratiche, quotidiane (non solo di principio) che certi testi di legge non sanno evitare, ed anzi avallano, e lo fanno in misura più marcata, in quanto è prevista una maggiore scolarizzazione di base ed una formazione ulteriore.

Ma, soprattutto, e qui insisto con forza, la nascita di un ‘’assistente infermiere’’ perché mancano ‘’infermieri’’ è la conferma che di questa professione in Italia si ha una idea vaga e confusa, e scarso interesse: negli ultimi decenni sono poche le iniziative che possono aver portato un qualche vantaggio alla categoria, sì da renderla attrattiva per i giovani.

L’ultima, seria e vera azione di sostegno fu con il Ministro De Lorenzo, che nel 1990 alzò gli stipendi degli infermieri di un terzo, in pratica: e, infatti, ci fu il boom delle iscrizioni ai corsi regionali: fatti, non opinioni.

A proposito, quando questi ‘’prodotti del Ministro ’’ usciranno tutti insieme dal mondo del lavoro (fine decennio) salterà il banco…tutte le azioni politiche degli ultimi anni sono pannicelli freddi sulla fronte di chi ha 41 e mezzo di febbre: dalla attenuazione del vincolo di esclusività, alla possibilità di lavorare fino a 70 anni (ma chi? Qualcuno che è già esentato dai turni?), sono azioni che non spostano di una virgola il concetto di attrattività, lesionato da stipendi distanti dai rischi, dagli impegni, dalle competenze vaste, dall’idea di lavorare nei festivi che tanto disturba i giovani…

Ciò che mi amareggia, dopo decenni spesi a cercare di alzare, come possibile, la considerazione della professione, è il silenzio di tanta politica, e di non poca rappresentatività professionale; di molte sigle sindacali, e -aggiungo qui- anche dei vari soloni delle associazioni a tutela dei cittadini, che scendono in piazza per difendere tre alberi pericolanti, ma non si curano del calo della qualità assistenziale che deriva per forza, per Decreto (!) da tutto questo.

La mia Regione, la Liguria, ha deciso da tempo che nelle RSA l’accreditamento resta in vigore anche sostituendo il 30% degli infermieri con personale oss con formazione complementare: chi ha detto qualcosa sul caso? Nessuno.

Va bene; questa, caro Direttore, è la mia ultima lettera come presidente di Ordine; resterò nella nuova squadra, in altro ruolo, solo per sostenere i giovani e le giovani che saranno con noi, ma la delusione è in queste ore molto marcata.

La ringrazio per l’attenzione, ancora una volta, e auguro il meglio a tutti, scusandomi per i toni amari: ma come sempre, esprimo ciò che ho nel cuore, cosa che non è sempre la scelta più vantaggiosa, ma è necessaria.

Francesco Falli

Presidente OPI la Spezia



03 settembre 2024
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