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Ci sono anche i virus “buoni”

di Fabrizio Anatra

25 GEN - Gentile direttore,
i virus sono microrganismi, non visibili ad occhio nudo, costituiti da materiale genetico (DNA o RNA) rivestito da un involucro proteico. Non essendo dotati di un metabolismo autonomo, i virus per sopravvivere hanno sempre la necessità di penetrare all’interno di cellule viventi (di animali, piante, batteri) con le quali vengono a contatto per sfruttarne le strutture molecolari presenti e, così, replicarsi.

Si stima che sul nostro pianeta vi siano circa 10 nonilioni (10 alla 31ma potenza, ossia 1 seguito da 31 zeri!) di particelle virali soltanto negli oceani, il che equivale a 10 miliardi di volte il numero stimato di stelle presenti nell'Universo; senza considerare poi tutti quelli che si trovano sulla terraferma e nel sottosuolo.

Non tutto ciò che è estremamente piccolo e invisibile è, tuttavia, sempre inutile e dannoso: il 99% dei virus, infatti, non è pericoloso per l’uomo ed è, al contrario, indispensabile per la vita e per contribuire alla biodiversità dell’intero ecosistema del pianeta Terra: senza i virus non ci sarebbe, infatti, adattamento al cambiamento e diversità biologica delle varie specie.

I piccoli frammenti di materiale genetico virale, infatti, penetrando e replicandosi in altri organismi, hanno spesso la capacità di mutare e, cioè, di generare copie diverse di se stessi creando una sorta di “archivio genetico” sempre innovativo: questo deposito si arricchisce continuamente di nuove “varianti”, una sorta di “file” genetici in continuo aggiornamento che la natura mette a disposizione di altri organismi viventi per poterne attingere e, in tal modo, adattarsi a nuove realtà, diversificarsi, riequilibrarsi, evolversi.

Le piccole porzioni di materiale virale possono, così, essere catturate dalle cellule che ne vengono a contatto ed inglobate all’interno del loro genoma trasferendo qualche nuova “informazione” che, se interessa le cellule germinali (cellula uovo e spermatozoo), può essere trasmessa in modo permanente alle generazioni successive contribuendo ad incrementare le diversità nel mondo.

È il caso di alcuni virus che, milioni di anni fa, sono stati incorporati nel genoma umano per fargli acquisire funzioni utili alla sopravvivenza e alla biodiversità della specie: uno fra tutti, ad esempio, è stato inserito all’interno del DNA perché in grado di produrre una proteina (la “sincitina”) essenziale per una normale vascolarizzazione della placenta e senza la quale la placenta stessa si riempirebbe di sangue generando continui aborti spontanei. In tal modo, è stata preservata la sopravvivenza della specie umana.

Alcuni virus, proprio perché “buoni”, possono addirittura essere sfruttati dall’uomo per veicolare informazioni utili, ad esempio, alla eliminazione mirata di batteri patogeni, alla distruzione selettiva di cellule tumorali, alla introduzione nel DNA di frammenti deputati alla produzione di enzimi mancanti, come nel caso di alcune malattie genetiche.

Fabrizio Anatra
Medico Pneumologo

25 gennaio 2024
© Riproduzione riservata

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