Gentile direttore,
ritengo che debba essere sostenuta da chi voglia difendere la sanità pubblica e con essa la sua risorsa principale costituita dai professionisti della salute, tutti nessuno escluso, le iniziative promosse ad iniziare da lunedì 25 settembre dalle tre realtà rappresentative dei medici specializzandi ANAAO GIOVANI, ALS (Associazione Liberi Specializzandi) e GMI (Giovani Medici d’Italia) perché riformare la formazione specialistica dei medici e con essa anche delle altre professioni della dirigenza sanitaria è uno dei principali tasselli nella necessaria strategia per difendere, rilanciare e potenziare il nostro SSN.
E’ evidente che le pur importanti vittorie e progressi conquistate dal decreto Calabria che hanno permesso a molti specializzandi di essere assunti a tempo determinato nelle aziende sanitarie costituisca solo l’inizio di una profonda riforma della formazione specialistica medica e delle altre professioni della dirigenza sanitaria superando l’attuale realtà delle borse di studio attraverso la previsione per la quale lo status dello specializzando sia quello di un dirigente medico o sanitario in formazione specialistica a cui si applichi un contratto vero e proprio di formazione lavoro sin dal suo ingresso nel corso di specializzazione regolato da una specifica sezione contrattuale nel CCNL della dirigenza medica e sanitaria con i medesimi doveri e diritti normativi economici e previdenziali dei colleghi già dirigenti specialisti, ovviamente tenendo conto della particolarità del periodo di formazione specialistica.
Una siffatta immissione di migliaia di dirigenti medici e sanitari, pur se in formazione specialistica, negli organici del SSN non potrà che avere un enorme impatto positivo in tutte le sue linee di produzione di tutela e promozione della salute, le cui dotazioni organiche si stanno progressivamente depauperando.
Se questa riforma della formazione specialistica in sanità si realizzasse costituirebbe un contributo rilevante se non strategico per valorizzare l'ordinamento dell'insieme delle professioni sanitarie e sociosanitarie nella sfida di ricostruire il SSN, anche grazie al PNRR, dopo troppi anni di tagli economici, di strutture e di personale del SSN, da realizzare secondo le seguenti direttici:
la restituzione e la valorizzazione del ruolo di formazione specialistica, in partnership con i docenti universitari, da riconoscere ai dirigenti medici e sanitari dipendenti del SSN, evidenziando e sottolineando che, se è pur vero che si tratta di formazione universitaria, per il suo intrinseco carattere prevalente di “addestramento e trasmissione delle conoscenze e delle tecniche” non può che svilupparsi laddove gli specialisti operano e da essi seguiti nell’apprendimento e non solo nei reparti dei policlinici universitari ma in un sistema del SSN diffuso di “ospedali e distretti sanitari di insegnamento” accreditato con gli Atenei di riferimento;
la piena contrattualizzazione del medico e del professionista sanitario specializzandi all'interno dello stesso CCNL dei colleghi “strutturati” della dirigenza medica e sanitaria, dando loro gli stessi diritti e doveri, tenendo conto appieno della specifica condizione di “specializzando” che non è uno studente ma è già abilitato all’esercizio della propria professione;
il superamento dell’imbuto formativo intendendolo un unico processo unificante della formazione di laurea e specialistica del medico che voglia operare nel SSN avviando a soluzione il dramma delle migliaia di medici a cui negano l'accesso alla specializzazione negando, così l'accesso al lavoro nel SSN;
la riforma delle modalità per individuare il fabbisogno formativo di tutte le professioni sanitarie, medici compresi sia nel percorso di laurea che in quello post-laurea, con il coinvolgimento anche delle rappresentanze sindacali, quali soggetti protagonisti e competenti nel mercato del lavoro e nella conseguente organizzazione del lavoro.
E’ augurabile, anzi necessario che il fronte della rappresentanza sindacale e professionale si estenda e si saldi con gli altri sindacati, società scientifiche e ordini professionali, coinvolgendo le associazioni di tutela dei cittadini, per convincere Governo, Parlamento e Regioni affinché in questa legislatura possa essere approvata con il massimo e spero unanime consenso questa centrale e strategica riforma della formazione specialistica medica e delle altre professioni sanitarie, alcune proposte di legge già sono state presentate, basterebbe calendarizzarle e avviarne l’iter legislativo.
Saverio Proia