Gentile direttore,
leggere l’altro giorno su QS l’intervento di Roberto Polillo sui grandi discorsi sulla sanità diventati oggi beni di consumo che non producono cambiamenti ci ha fatto uno strano effetto. Il titolo spingeva alla lettura nella speranza di ricavarne indicazioni “concrete“ sui discorsi (non importa se piccoli, medi o grandi) capaci di produrre cambiamenti.
Poi uno legge e si ritrova “fatti fuori” in un ordine più o meno casuale il dottor Google, la medicina amministrata, i corsi di management sanitario, la formazione e le iniziative congressuali sui temi della sanità pubblica, la ricerca e la pratica della qualità, la valutazione delle performance regionali in sanità, i discorsi sulla sanità dei politici e la discorsività inconcludente che fa curriculum.
Il tutto per dire che “Per riformare la sanità non servono proclami o cavillose analisi di dettaglio. Tutto è stato scritto e tutto è ormai di pubblico dominio. I filosofi finora hanno interpretato il mondo ora devono cambiarlo, diceva qualcuno e il cambiamento in sanità non è la rivoluzione ma la definizione di cosa fare in termini semplici, efficaci e realizzabili. Servono proposte incisive di poche righe e a tale proposito ringrazio per le sue Gianni Nigro recentemente intervenuto su QS”.
Siamo andati a leggere l’intervento di Gianni Nigro cui immaginiamo si riferisca Polillo e non ci pare proprio che proponga soluzioni semplici, efficaci e realizzabili semplicemente perché queste soluzioni non ci sono.
Ne prendiamo una a caso dal pur interessante (ma certo non rivoluzionario) intervento di Nigro: il rapporto pubblico-privato che dovrebbe “vedere l'intervento privato integrativo a quello pubblico e sottoposto alla programmazione sanitaria eliminando ogni forma di competizione dettata dalla scusa accattivante di lasciare libero il cittadino di andare dove vuole (modello Lombardia e non solo). Competizione e concorrenza non si possono applicare alla natura del SSN e all’art. 32 della Costituzione.”
Non è che per risolvere le questioni di fondo del SSN basta la parola come nel vecchio carosello.
La gestione della committenza nei confronti del privato è tecnicamente complessa (per chi la conosce) e richiede strumenti che in larga misura già ci sono, ma non sono facili da usare, in un rapporto che poi prevede una lunga serie di sotto problemi a seconda della natura dell’attività contrattualizzata, la struttura dell’offerta pubblica nella specifica realtà in cui quel rapporto va gestito, ecc.
Ma lo stesso ci verrebbe da dire su tutti o quasi gli altri punti dell’intervento di Nigro come ad esempio l’eliminazione del tetto di spesa del personale, la revisione dell’aziendalizzazione, un nuovo rapporto con l’Università e la revisione della aziendalizzazione. Sono titoli non soluzioni.
Ma quello che qui ci interessava di più commentare è il passaggio sulla “qualità” in cui gli strali polemici finiscono sugli “implementatori di professione della qualità” esposti al pubblico ludibrio nel modo che segue: “All'insegna di non c'è cambiamento senza misura gli emuli di Donabedian hanno prodotto decine di minuziosi questionari sulla valutazione di ogni respiro prodotto/percepito nell'azienda. In nome della qualità sono sorte decine di agenzie con la definizione di propri rating valutativi che hanno a loro volta generato una nutrita stirpe di inflessibili misuratori del lavoro altrui”.
Non è certo questa la sede per ripercorrere la storia del movimento per la qualità nel mondo e in Italia, cogliamo solo l’occasione per ricordare che proprio in collaborazione con QS è appena uscito un e-book sull’”Ospedale flessibile: quale organizzazione e quali modelli per il futuro” di recente presentato dal nostro Presidente Silvia Scelsi, sempre su QS.
Per non palare della revisione del framework scientifico di ASIQUAS, Associazione Italiana per la Qualità dell’Assistenza Sanitaria, editato, dopo 6 anni di ricerche e confronti, nel non lontano 2021 nel volume “Qualità nell’assistenza sanitaria e sociosanitaria”, COM SRL Editore, in cui viene ripresentato e aggiornato tutto lo strumentario della qualità, capofila Francesco Di Stanislao.
Aggiornamento necessario per togliere, come nel gioco della torre, tutto quello che era ormai obsoleto e ridondante e aggiungere le novità sostenute da evidenze verificate.
Revisione, peraltro, a quaranta anni dalla costituzione nel 1984 di SIQUAS VRQ a Udine, grazie a Franco Perraro e ai tanti colleghi con lui impegnati a divulgare i primi rudimenti degli strumentari delle qualità in sanità, e nel 1987 alla nascita, sempre in Italia, sempre a Udine, capitale internazionale della qualità, della ISQUA, International Society for Quality in Health Care.
In tutti gli approcci scientifici ci possono essere degli eccessi e delle ridondanze, che anche noi denunciamo, ma da questo a buttare “… il bambino con l’acqua sporca” ne corre …
Tanti strumentari e metriche usati nel nostro Paese sono frutti del nostro lavoro di ricerca e divulgazione spesso anticipando e orientando successivi atti delle istituzioni …
La lettura di quanto sopra dovrebbe rassicurare Polillo che gli emuli italiani di Donabedian (cui siamo orgogliosi di appartenere) hanno altro da fare che dare il tormento a chi lavora.
A proposito dei discorsi sulla sanità due considerazioni finali. La prima riguarda il fatto che storicamente la sanità si presta bene letteralmente a dei discorsi del tubo. Già negli anni ’80 circolava un gioco (il Tubolario) che utilizzava l’idea di un Generatore automatico di piani sanitari frutto della genialità del Professor Marco Marchi dell’Istituto di Biostatistica ed Epidemiologia dell’Università di Pisa e del Prof. Piero Morosini, Direttore di Laboratorio dell’Istituto Superiore di Sanità, grazie alla notizia della loro “invenzione” si guadagnarono la prima pagina del “Corriere della Sera”.
La seconda considerazione è che dobbiamo evitare di trasformare queste pagine che ci ospitano offrendoci una formidabile occasione di confronto in una specie (rubiamo l’immagine a Bersani) di “Bar Italia” in cui si può dire di tutto.
Magari la gente si appassiona, ma non è certo questo quel che serve …
Comitato Direttivo Nazionale ASIQUAS