Gentile Direttore,
i rappresentanti politici e professionali all’indomani del progetto di rimozione del vincolo dell’esclusività alle professioni sanitarie plaudivano al governo. Ora gli muovono anatemi ed ingiunzioni. È quanto si rilevi dal recente dibattito ormai da tempo avviato sulla c.d. «questione infermieristica», che già risulta essere impropriamente rappresentata da tale titolo, essendo i temi sollevati nella stessa i medesimi che interessano le 22 professioni tra infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione ed ostetriche.
Vorrei ricordare che ad altisonanti e plauditi proclami di inizio d’anno, si contrappone una realtà alfine avveratasi, coerente con quanto mesi fa identificato come uno «specchio per le allodole» [1]: con tre step successivi (d.l. n. 34/2023; l. n. 56/2023; Documento Commissione Salute del luglio scorso [2]) il sistema politico (e non soltanto il governo) è riuscito a sterilizzare l’iniziativa che in titolo avrebbe tolto il vincolo dell’esclusività alle professioni sanitarie.
Vorrei altresì ricordare che non è necessario alcun incarico politico/governativo per poter intervenire a suo tempo ed a più riprese su tali “condivisibili” temi [3], anche ipotizzando una legge per una reale emancipazione di queste stesse professioni, che da ormai troppo tempo si va evangelizzando si voglia equiparare a quelle mediche [4].
Ecco perché giungono ora un po’ fastidiosi i reiterati interventi di coloro che a vario titolo fanno parte di quello stesso sistema istituzionale che ha realizzato tutto ciò, e che adesso, tramite varie riformulazioni delle cose che vanno male o che vanno sempre peggio, o di cosa storicamente altri hanno fatto, snocciolando una storiografia che è già ben alla nostra portata, nonché con nuovi faraoneggiati “desiderata” di interventi correttivi o di intere leggi dall’odore del copia-incolla, vorrebbero – in un improbabile gioco della patata bollente, tipico del teatrino politico Italico – chiamarsi fuori da una imbarazzante responsabilità, semplicemente derivante dal proprio mero ruolo.
Ciò che invece sarebbe logico attendersi dalle federazioni degli ordini delle professioni non mediche, al pari dei politici che fanno parte di quelle stesse commissioni parlamentari che comunque fanno andare (sia agendo, ovvero non interferendo) le cose così come stanno andando, sarebbero delle istanze affinché si faccia chiarezza su alcuni quanto meno inusitati metodi (dalle anonime “manine” che hanno modificato l’art. 11 della bozza del c.d. “decreto bollette/energia” , allo stesso intervento “a gamba tesa” della Conferenza Stato Regioni) che puntualmente si manifestano, magari sotto la spinta di varie organizzazioni rappresentative, quando si tenti di contrastare la dominanza medico forense.
In altre parole: per chi ancora, alle porte del mese di settembre (ossia a quasi un anno dalle ipotesi dei decreti “milleproroghe” e “bollette/energia”, non sa come fare ad ottenere dalla propria azienda pubblica un assai improbabile modulo di autorizzazione per prestare le poche ore aggiuntive previste dal d.l. 34/2023, senza peraltro avere nemmeno una pallida idea di come fare a gestire al livello amministrativo e contributivo questi possibili emolumenti aggiuntivi (p. iva? e quale?), risulta alquanto irritante continuare a leggere proclami e propaganda che giungono da destra a sinistra, da parte di quegli stessi soggetti che di fatto stanno contribuendo alla ennesima presa in giro per 700.000 professionisti che frattanto stanno dando fondo alle sempre più risicate risorse amministrative loro disponibili per fronteggiare varie nuove insorgenti incombenze, quali gli ambivalenti e mareggianti interventi di una BCE cui il nostro governo non è nemmeno in grado di dire con la dovuta fermezza che c’è una bella differenza tra inflazione e speculazione e che i due aspetti non possono e non devono essere trattati allo stesso modo.
Il messaggio/suggerimento ai carissimi responsabili apicali nazionali degli ordini ed ai politici, componenti delle Commissioni Parlamentari … è il seguente: Cercate di far giungere a chi vi legge risposte esaustive di pragmaticità in tempi non biblici, non il solito, tanto insincero quanto inutile … rosario di lamentele.
Calogero Spada
[1] https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=111937
[2] https://www.quotidianosanita.it/allegati/create_pdf.php?all=1689149816.pdf
[3] https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=87606
[4] https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=90651