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Medicina generale, ecco perché non è più attrattiva

di Anna Antonucci 

31 AGO - Gentile Direttore,
mi è capitato di leggere una nota del dottor Silvestro Scotti su Quotidiano Sanità. Mi permetto, come sua collega del corso di formazione in medicina generale, che frequentammo nel lontano biennio 1994/96, di fare alcune precisazioni a riguardo.

Eravamo nel periodo della pletora medica ed era difficile avere incarichi che andassero oltre le sostituzioni trimestrali di guardia medica o di medicina dei servizi o di guardia medica turistica. Eravamo in tanti e quando finalmente anche in Italia si stabilì che per esercitare la medicina generale si dovesse essere in possesso di un titolo in più oltre la laurea, partecipammo al concorso con entusiasmo perché ci credevamo in questa professione, credevamo che il nostro ruolo fosse importante per la prevenzione diagnosi e cura dei pazienti, presi in carico a 360 gradi. Insieme a tanti altri colleghi (eravamo circa trecento...ed eravamo anche giovani e forti....) in regione Campania superammo il concorso e frequentammo le lezioni in ospedale e partecipammo alle attività pratiche nei reparti e al PS, oltre che frequentare gli ultimi sei mesi del corso presso l'ambulatorio del nostro tutor MMG (che ancora oggi ricordo con piacere e sento spesso al telefono).

Personalmente dopo il corso ho dovuto aspettare anch'io diversi anni per entrare nel mondo della medicina generale attraverso la guardia medica, ma alla fine la conquista del famoso "timbro" fu davvero una vittoria. I pazienti sono venuti pochi alla volta...ci son voluti sedici anni per me per diventare massimalista, ma non importava...si cresceva piano, proprio perché eravamo tanti, ma al tempo stesso si aveva il tempo di farsi le ossa, di imparare e soprattutto di imparare a sbagliare il meno possibile.

Analizziamo adesso perché, a distanza di quasi trent'anni questa nostra bellissima professione non è più attrattiva per le giovani generazioni di medici, tanto da spingerti, come segretario della Fimmg, a fare un appello ai colleghi per partecipare al concorso che ha avuto addirittura anche una proroga per l'iscrizione.

Caro Silvestro, cerco di spiegare io perché questo lavoro non è più attrattivo:

- perché siamo stati sommersi di burocrazia, di piani terapeutici, di ordini di servizio mascherati;

- perché siamo ancora considerati medici di serie B dai colleghi ospedalieri e spesso anche dai colleghi specialisti ambulatoriali (quando non si è capaci di stabilire con loro un buon rapporto);

- perché non si è riusciti a fare sì che i colleghi ospedalieri capissero che i certificati di malattia rappresentano un atto dovuto e che per legge, loro che ricoverano o dimettono un paziente, sono obbligati a redigerli se non vogliono essere responsabili di omissione di atti di ufficio... costringendo noi ad un falso ideologico perché dobbiamo certificare per altri;

- perché non abbiamo tutele, in molti casi non possiamo nemmeno andare in vacanza o ammalarci perché non ci sono sostituti...Eh già siamo liberi professionisti....ma permettimi...ci siamo troppo riempiti la bocca di questo nostro status...perché analizzando bene le cose noi abbiamo tutti gli oneri del libero professionista ma nessun onore e di contro tutti gli obblighi di un dipendente senza alcun vantaggio della dipendenza.

E per ultimo vorrei chiarire il tanto decantato rapporto medico paziente.... Ci vuole molta forza di volontà per imporre la nostra personalità ai pazienti che, soprattutto dopo la pandemia e soprattutto dopo che tutti i media ci hanno letteralmente massacrato (e tu ne sai qualcosa) affermando che lavoriamo SOLO tre ore al giorno, sono diventati arroganti, presuntuosi e pretenziosi, aumentando di molto la conflittualità che è arrivata alle stelle. Sai benissimo che il nostro carico di lavoro è diventato insostenibile.... tale da non permetterci a volte di avere una vita al di fuori del lavoro.

A questo punto ti chiedo: hai ancora qualche dubbio sul perché il concorso per accedere al corso di formazione in medicina generale non sia più ambito?!

E' necessario un cambio di passo molto forte. La medicina generale DEVE cambiare, DEVE andare oltre le logiche sindacali. DEVE essere integrata con le altre realtà del territorio e dell'ospedale. Non dobbiamo più lavorare da soli, difendendo un orticello che è diventato un pantano.

Dobbiamo lavorare insieme agli specialisti, non sostituirci ad essi con i cosiddetti microteam e improbabili corsi full immersion per spacciarci da ecografisti.

La medicina generale DEVE cambiare, il corso dovrà essere un corso con la dignità di una specializzazione universitaria. E dovrà cambiare il nostro status.
Forse solo così questa bellissima nostra professione che è stata così umiliata negli ultimi anni, potrà ritornare ad essere attrattiva.

Cordialmente.

Anna Antonucci
Medico di medicina generale dell'ASL Napoli 2 Nord

31 agosto 2023
© Riproduzione riservata

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