Gentile Direttore,
credo sia necessaria una risposta all’articolo pubblicato dal titolo “le bugie dei sindacati”. Caro Enzo, dopo aver letto le tue riflessioni sulle bugie dei sindacati mi sono sentito ribollire il sangue di rabbia. Rabbia nei confronti di persone che si sentono “superiori” agli altri in quanto non iscritte a nessun sindacato.
Caro Enzo, mi domando: in quale paese vivi? Nel paese dei balocchi o in Italia?
Ti informo che l’Italia si è dotata, dopo il periodo fascista, di una costituzione e c’è un articolo, il 39 per la precisione, dedicato ai sindacati.
Ti informo anche che siamo in un Grande Paese Democratico, e personalmente mi ritengo molto fortunato ad essere nato in questo paese, dove la “maggioranza” decide, detta le regole del gioco!
Nello specifico, la maggioranza degli iscritti ai sindacati, sono quelli che dettano le regole del gioco, così come è , la maggioranza di quelli che vanno a votare a decidere il governo!
Ti informo anche che il sindacato maggioritario è quello che detta le regole del gioco ed è l’unico responsabile delle condizioni in cui versa la medicina generale. La tua analisi la condivido tutta.
Possiamo, o meglio tu puoi fare due cose:
O rimani seduto ad una scrivania e ammirando il bel panorama delle Dolomiti continui a scrivere oppure ti dai una mossa e partecipi anche tu alla democrazia, iscrivendoti ad un sindacato e facendo iscrivere tanti tuoi colleghi del Cadore, non al sindacato maggioritario ma a qualsiasi altro sindacato dando così un contributo costruttivo a migliorare la condizione della medicina generale.
Mi piace terminare pensando a De Gregori quando dice che “la storia siamo noi…” e a Gaber ,“la libertà è partecipazione“!
Io ne frattempo per più di 30 anni ho partecipato alla vita sindacale contribuendo a portare il sindacato maggioritario dal 90 % a poco più del 60%, ma questo non è ancora sufficiente. Dobbiamo portare il sindacato maggioritario sotto il 50%, in questo modo non sarà un solo sindacato a decidere il destino della medicina generale ma ci sarà bisogno almeno dell’accordo di due.
Caro Enzo sta a te decidere se vuoi essere “padrona o gatto“.
Vincenzo Miglietta