Gentile Direttore,
come anticipato in questa testata, finalmente nella Gazzetta Ufficiale del 3 luglio è stato pubblicato il Decreto Lavoro, recante modifiche al D.lgs 81/08, che integra i titoli richiesti dall’art. 98, consentendo anche ai laureati in Tecniche della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, che abbiano specifici requisiti professionali, di svolgere il ruolo di Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione (CSP) ed in fase di esecuzione (CSE).
Dopo innumerevoli istanze, sin dal 2007 cioè dalla Legge delega 123, perorate da tutti gli schieramenti politici di sinistra, centro e destra, si giunge ad un traguardo agognato, ma giuridicamente dovuto.
Secondo alcuni, erano stati previsti inquietanti scenari aprirsi ai liberi professionisti Tecnici della prevenzione nei cantieri mobili e/o temporanei, dato si è che tali professionisti, proprio in qualità di preventori, Ufficiali di Polizia Giudiziaria (ex art. 55 c. 3° C.P.P. in forza del D.M. 58/97), accedono da sempre nei cantieri anzi, in quanto funzionari della pubblica amministrazione controllano, vigilano, sanzionano le irregolarità, reati e crimini commessi da tutte le figure deputate a posizione di garanzia a tutela dei lavoratori, ivi compresi i CSP e CSE di cantiere.
Quindi se hanno la capacità tecnica e giuridica di effettuare i controlli sull’operato del libero professionista e/o del dipendente, maggiormente devono essere in grado quale liberi professionisti coordinatori, di porre in essere le attività di prevenzione e vigilanza dei cantieri (primo baluardo contro gli infortuni professionali), che neppure uno squadrone di ispettori a cavallo può arginare, data la numerosità e continua evoluzione dei cantieri mobili e temporanei.
I controllori sono all’altezza dei controllati. E quindi, da liberi professionisti, possono assumere l’incarico di CSP e CSE.
E di ciò i Funzionari Tecnici della prevenzione (TdP) sono ben sereni; i loro atti quali verbali, sanzioni, sequestri e sospensioni, sono vagliati da ben altra categoria, la Magistratura inquirente, requirente e giudicante, cui sono sottoposti tutti gli atti di PG emessi e non si ha notizia di revoche o inquisizioni per presunti abusi perpetrati, per incompetenza o incompletezza degli atti.
Ergo la capacità critica è palese e quella tecnica ancor di più !
In risposta all’affermazione circolata, secondo la quale sarebbero del tutto sconosciuti ai Tecnici della prevenzione i concetti di “programmazione, organizzazione e gestione della sicurezza nel cantiere” solo perché i Corsi di Laurea afferiscono alle Facoltà di Medicina, ci piace ricordare che si insegna: Fisica applicata, Fisica Tecnica, Ingegneria sanitaria, Sicurezza del Lavoro, Radioprotezione, Ingegneria ambientale, Cantiere, Impianti elettrici, Impianti tecnologici, sistemi di gestione qualità, ambiente e sicurezza (HSE) e, qui viene il bello, non tutti i laureati in altra materia tecnica studiano ed applicano, poiché nel novero del curricolo di codeste professioni, non tutti i piani di studio prevedono tutte le materie specifiche e professionalizzanti che, invece, gli studenti dei CdL di Tecniche della prevenzione studiano, anche in più anni (con obbligo di stages e tirocini formativi).
Quindi, forse sommessamente, si può affermare che molti professionisti siano anni luce lontani dai concetti tecnici e di gestione di cantiere, mentre per come detto e confermato dai corsi di studio annoverati nei CdL di Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, si ha piena cognizione e conoscenza della prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro, unita alla salute e sicurezza negli stessi, senza poi parlare della materia manageriale e di organizzazione tout court, che applicano gli studenti dei successivi CdL magistrale in Scienze della Prevenzione.
Appare quindi del tutto incongruente ogni comunicazione ed appello a ché tale modifica legislativa vedesse la luce, perché se si vuole veramente fare prevenzione, bisogna scendere in campo e presidiare i luoghi di lavoro, da parte di chi sa cosa si rischia in termini di salute, e non continuare a produrre faldoni di carte, che nessuno mai leggerà, se non dopo un evento traumatico o peggio luttuoso, che, al di là delle responsabilità personali e societarie, rappresenta un fallimento delle azioni di prevenzione poste in essere da ciascuno per la propria parte.
Il tema della prevenzione e della sicurezza dei lavoratori è un investimento per l’intera collettività e le Istituzioni governative ne sono consapevoli, tanto che la Federazione Nazionale Ordini TSRM PSTRP ha partecipato lo scorso 12 luglio al Tavolo tecnico del Ministero del Lavoro, coordinato dal Direttore generale della Direzione per la salute e la sicurezza sul lavoro G. Gaddi, alla presenza della Presidente T. Calandra e del Vice D. Catania, unitamente a M. Di Giusto e S. Ciampa in rappresentanza della Commissione di Albo nazionale dei TdP.
Antonello Merlo
UNPISI Associazione tecnico scientifica